La «classica», tra spot, televisione e cinema

Legami tra musica, cinema, tv e pubblicità. Quanti pezzi di musica classica e dintorni si ascoltano, magari senza saperlo, davanti alle immagini che scorrono sul piccolo o grande schermo. Tra i compositori più gettonati il francese Erik Satie, di cui quest'anno tra l'altro si celebrano i 150 anni dalla nascita. E per la ricorrenza è già gara di concerti, commemorativi e non: primo ai blocchi, qualche giorno fa a Milano, il pianista Antonio Ballista, prossimo appuntamento il 5 marzo al Museo della Musica di Bologna, nell'ambito della rassegna I musicisti che parlano di musicisti. Eccentrico e sperimentatore (considerato l'antesignano della musica ambient), è l'autore del brano Gymnopedie n.1 preso in prestito innumerevoli volte dai registi, vedi la recente pellicola The Metamorphosis. E ancora, si prenda L'aria sulla quarta corda di Bach: è stata anche la sigla della trasmissione Quark di Piero Angela. In elenco pure una famosa reclame del formaggio al suono del valzer di Johann Strauss, Voci di primavera. Negli anni Ottanta andava forte la Romanza n.2 per violino di Beethoven, diventata planetaria come colonna di un brandy. Anche i cartoni animati hanno avuto e hanno la loro parte di «classica». Disney per esempio, col suo Pippo che si sveglia con il Mattino di Edvard Grieg.

E per concludere, una curiosità che arriva dagli Usa: uno studio ha dimostrato che la classica filodiffusa nei grandi magazzini annoia così tanto i teppistelli da farli allontanare (abbastanza) velocemente, con la conseguente diminuzione del rischio di furti.

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