"Colpi di Fulmine"

Nato dalle ceneri del cinepanettone, il nuovo film di Neri Parenti incarna in maniera confusa e poco incisiva il tramonto delle vecchie volgarità e l'alba di una riscoperta comicità

"Colpi di Fulmine"

Aurelio De Laurentis, Neri Parenti e Cristian De Sica, nelle vesti rispettivamente di produttore, regista e attore protagonista, sono stati negli ultimi quindici anni gli uomini più rappresentativi del genere cinematografico dei cosiddetti “cinepanettoni”; ma questo Natale cambiano ricetta, forse consci che la solita non può funzionare per sempre e soprattutto dopo aver saggiato la disappetenza del pubblico al loro “Vacanze di Natale a Cortina” dello scorso anno.

Il loro film delle Feste si intitola stavolta “Colpi di Fulmine” e non ha niente a che vedere con le atmosfere dei loro precedenti titoli; non c’è l’ambientazione natalizia, né ci sono le situazioni boccaccesche con la bella del momento desnuda, ma soprattutto mancano le battute triviali che scivolano nel pecoreccio. E’ già un grosso cambiamento di rotta naturalmente ma, intendiamoci, parlare di commedia sentimentale priva di volgarità, come sta già facendo qualcuno, è appellare col nome di rose le ortiche.

“Colpi di Fulmine” è una pellicola composta da due episodi indipendenti tra loro di cui il primo è il meno riuscito e sembra voler fare da collante, grazie all’istrionismo di De Sica, tra il vecchio registro comico fatto di mossette uguali da decenni condite da parole grevi e il nuovo che vede già una matura rappresentazione in Lillo e Greg, divertenti in un modo più originale e intelligente e mattatori del secondo episodio. Si gioca sul tema dell’amore a prima vista, come dice il titolo. Nella prima parte Alberto (Christian De Sica) è uno psichiatra in fuga dalla Guardia di Finanza che si traveste da prete finendo per assumere l’identità del nuovo curato di un paesino del Trentino. Si troverà colpito dall’amore per la bella Angela (Luisa Ranieri), maresciallo dei Carabinieri e promessa sposa al sindaco.

In quella che appare come una rivisitazione di "Sister Act", De Sica cade quasi nell’autoparodia, Luisa Ranieri appare mortificata dal ruolo insulso affidatole e, quanto ad Arisa nei panni della perpetua Tina e al mimo di Zelig, Simone Barbato, in quelli del sacrestano muto, va ammesso che funzionano meglio in tv.

La seconda parte vede invece protagonista Ermete (Claudio Gregori), ambasciatore italiano presso la Santa Sede, che perde la testa per una pescivendola, Adele (la sempre brava Anna Foglietta), che parla solo in romanesco e ha una passione per i coatti. Per conquistarla si trasformerà nel più truce dei popolani grazie alle lezioni di romanità verace dispensategli dal suo autista Nando (Pasquale Petrolo).

L' accostamento tra i due registri comunicativi dell’ italiano colto e del dialetto romanesco è senza dubbio la cosa più spassosa di tutto il girato; viene rivisitata con estro, tra l'ironia e l'omaggio, molta dell'iconografia cinematografica legata alla romanità, dall’Ivano di Verdone al classico Rugantino.

In definitiva, "Colpi di Fulmine" appare un film non coraggioso nel definire la propria identità; ma resta pur sempre uno scacciapensieri abbastanza divertente.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica