Ennesimo capitolo dell’epopea tra Fabrizio Corona e la giustizia italiana. Il 44enne è di nuovo in aula a Milano per il processo di appello alla sentenza di condanna che lo ha punito a un anno per illecito fiscale: l’accusa chiede una pena adeguata – di 2 anni e 9 mesi – per tutti i reati che gli vengono contestati.
Corona è in tribunale per quei 1,7 milioni di euro che sono stati trovati nel controsoffitto della casa della sua collaboratrice Francesca Persi e anche in due cassette di sicurezza in Austria. In primo grado, a giugno del 2017, era stato condannato a un anno per reati fiscali legati al mancato pagamento delle tasse da parte della sua società Atena, ma era stato assolto dalle accuse di intestazione fittizia dei beni, a fronte di una richiesta della Procura di 5 anni.
Corona in appello
All’ingresso del Palazzo di Giustizia, il fotografo ha sfogato la sua rabbia ai cronisti che lo hanno intercettato: "Sono sereno, questo appello è vergognoso e ve lo dimostrerò. Nell'appello ci sono bugie e falsità querelabili, ho imparato in questi anni di galera a difendermi da solo. Questo appello grida vendetta: questo sarà il mio novantesimo processo, ne ho fatti più di Berlusconi".
E lo show è continuato anche all’interno del Tribunale di Milano, dove Corona si è trovato accusato dalle due testimoni chiave: le ex collaboratrici Geraldine Darù e Francesca Persi.
Corona, a quanto si apprende, si è scagliato contro il legale dell'accusa che, secondo l'ex paparazzo, "non ha capito un c....". Inoltre, più di una volta in aula, Corona si è lasciato andare a gesti di nervosismo, venendo richiamato all'ordine dai giudici e dal suo stesso avvocato.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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