Cultura e Spettacoli

Così lo Stato ha ucciso il buon governo

Marco IaconaOgni potere, sia esso economico o di natura religiosa, tende a presentarsi come eterno. Alla base del potere c'è una sorta di teologia che ne mitizza fini e presupposti. Lo Stato come organizzazione politica di una società definizione classica e tautologica: una società o è organizzata o non è è degno «portavoce» dell'idea di potere come eternità. Lo Stato, per come lo conosciamo, è dunque solo mito. È solo «finzione».Pensieri in forma di saggio appartenenti a Dalmacio Negro, politologo, ordinario emerito della Complutense e dell'Università San Pablo di Madrid. Autore di decine di libri. Il suo Il dio mortale. Il mito dello Stato tra crisi europea e crisi della politica è stato recentemente pubblicato dalle Edizioni il Foglio (pagg. 110, euro 12) con la traduzione di Aldo La Fata. Presi nel vortice di un'ambiguità «che risale alle origini dello Stato» scrive Negro, non siamo mai riusciti a distinguere Stato e Governo confondendo due termini che poco o nulla hanno in comune. «L'istituzione naturale delle forme politiche è il Governo e non lo Stato. Quest'ultimo è una forma artificiale che si è aggiunta in tempi moderni al Governo naturale della Nazione, al quale col tempo si è sovrapposta».Parte della crisi delle istituzioni politiche europee è uno dei punti deriva da qui. Pensando l'Europa come schmittiano Grossraum (grande spazio) quale sarà, si chiede, la corrispondente «forma del Politico»? Ovviamente non lo Stato, forma vecchia, superata nei suoi particolarismi. Il professore ha idee chiare. Quattro le «cause concrete» della confusione tra Stato e Governo. Gli effetti sono immaginabili. Innanzitutto la pesante eredità greca. Le città sono il centro della vita degli uomini liberi. Lo Stato vede se stesso come nuova Polis. Imita la Chiesa - comunità spirituale ma finisce per basare la propria potenza sul «successo». In secondo luogo di Stato se ne è fatto un uso «equivoco», a partire da Hobbes e per proseguire con Hegel. Si è cominciato a chiamare Stato «qualunque forma politica di ogni tempo e luogo, come se fosse, come era per la Polis, l'unico modo di vita possibile». Terza causa è il contrattualismo moderno, «fondamento mitico» dello Stato e spiegazione immanentistica del potere politico. Ultima causa infine è la sovranità, che fa dello Stato una forma politica «perfetta».

Essa assorbe le libertà collettive, le politicizza e finisce per neutralizzarle.

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