Coronavirus

Così gli storici del futuro racconteranno il Covid-19

"Per la prima volta, l'Occidente fu costretto a mettere in discussione i suoi pilastri: economia e libertà". (Fanta) recensione del libro di Massimiliano Lenzi "Io accuso"

Così gli storici del futuro racconteranno il Covid-19

Per uno di quei misteriosi fenomeni che capitano agli storici (cerchiamo di leggere nel futuro, grazie alla conoscenza del passato) mi è capitato fra le mani l'appunto di un collega, scritto nel 2052. Eccolo.

«Fino al Novecento ci furono mediamente tre eventi pandemici globali ogni cento anni, ma nel primo ventennio del XXI secolo abbiamo già avuto la Sars, la HiNi, la Mers, l'Ebola, la Zika e la Dengue, non troppo gravi a parte l'Ebola e abbastanza facilmente circoscrivibili. All'inizio del 2020 un nuovo virus provocò una sorprendente, e inedita reazione da parte dei Sapiens. Nato in Cina al mercato della carne di Wuhan (ma c'è chi crede sia stato prodotto in un laboratorio di quella città e sfuggito al controllo, o addirittura diffuso volontariamente), il morbo è stato chiamato Covid (Corona Virus Disease) con l'aggiunta di 19 perché i primi casi erano del 2019. Fu immensamente meno grave delle tante pestilenze che nel corso dei millenni hanno provocato centinaia di milioni di morti, dal vaiolo alla peste: provocò infatti un numero di vittime almeno dieci volte inferiore per esempio rispetto a quelle dovute alla Spagnola di un secolo prima.

Il Sapiens, però, almeno nei Paesi sviluppati si sentiva ormai al sicuro da questi problemi, e la reazione fu sorprendente. Per sconfiggere il morbo, grande parte dell'umanità accettò di mettere in crisi due pilastri fondamentali della vita umana: uno dei più antichi, l'economia, e uno dei più recenti, la libertà individuale.

Il numero di vittime venne contenuto grazie a provvedimenti, presi in quasi tutti i Paesi del mondo, restrittivi delle libertà individuali e collettive: coprifuoco, limitazioni della possibilità di viaggiare, chiusura e contingentamento di scuole, teatri, cinema, stadi, spettacoli, bar, ristoranti; in seguito, l'obbligo di esibire un certificato vaccinale per accedere a questi servizi e addirittura al posto di lavoro. Per la prima volta nella storia, miliardi di Sapiens furono reclusi in casa con leggi apposite e poche eccezioni - per settimane o mesi, costretti a tenersi a distanza l'uno dall'altro, a indossare mascherine protettive, a esibire a ogni passo certificati, in omaggio a un nuovo rispetto della vita e della salute impensabile fino a pochi decenni prima.

Una volta prodotto il vaccino, che non garantiva l'immunità, chi rifiutava di farselo iniettare fu parzialmente escluso dalla vita collettiva, e spesso dalle proprie attività. Per questo motivo, ovunque nacquero movimenti - detti no vax - in alcuni casi convinti dell'inutilità del vaccino (che doveva essere ripetuto più volte), in altri perché si sospettava un complotto mondiale per il controllo della popolazione.

Come risposta - allo scopo dichiarato di voler tutelare la salute pubblica - i governi esercitarono poteri da tempi di guerra imponendo una drammatica riduzione dei diritti. L'assoluta prevalenza della difesa del corpo, a scapito della libertà, aveva dato segnali precisi già nell'accanimento terapeutico per tenere in vita a costo di qualsiasi sofferenza dei malati terminali, nella difficoltà - in molti Paesi di far accettare l'eutanasia, in leggi sempre più invadenti e restrittive, come l'obbligo di portare il casco in moto, la cintura in auto, il divieto di fumare quasi ovunque.

Fu una palese conseguenza, dopo quattro secoli, del progressivo affermarsi prima della rivoluzione scientifica, poi del darwinismo, che hanno eroso la fiducia in una vita dopo la morte e accentrato l'attenzione del Sapiens sulla durata dell'esistenza terrena. Tuttavia subito dopo i provvedimenti per salvare vite, e con il Covid-19 ancora in corso fra Russia e Ucraina scoppiò la guerra del 2022, incurante di qualsiasi vita. La guerra provocò una grave crisi internazionale, specialmente economica, che portò a altre misure eccezionali di limitazione della libertà. I sistemi di vigilanza sulla popolazione permessi dalla tecnologia cominciarono a non avere più alcun limite, orientandosi verso un controllo permanente e totale sui comportamenti dei cittadini: fino all'attuale dibattito se abbia ancora senso proseguire con l'esperimento sociale e politico della democrazia e della libertà individuale, che sarebbero valori di gran lunga inferiori alla durata della vita».

Insieme al documento dello storico del 2052 c'era un libro, indicato come prezioso per dimostrare che già nel 2022 qualcuno aveva capito la svolta autoritaria che si sarebbe verificata. Si tratta di Io accuso, di Massimiliano Lenzi, con prefazione di Daniele Capezzone e postfazione di Carlo Lottieri (Maleedizioni.it, 52 pagine, 10 euro).

Il libro si conclude con le queste parole di Lezzi: «Il tradimento della libertà è arrivato al suo apice», e lo storico del futuro annota: «In questo, Lenzi sbagliava: era appena l'inizio».

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