Coronavirus

Così il virus infetta il mondo dei libri

Editori bloccati, scrittori isolati. Per la riapertura sono pronte quattromila novità

Così il virus infetta il mondo dei libri

Alessandro Girtanner ha una piccola libreria in provincia di Venezia. La sua libreria dall'11 marzo, come da decreto, è chiusa. E se ora è una questione di emergenza, per la salute e la salvaguardia di tutti, poi si arriverà al «sarà meglio tenersi i soldi».

I suoi libri, quelli che Alessandro custodisce con amore e dedizione ogni giorno, sono racchiusi all'interno del suo scrigno in Piazza Martiri della Libertà a Mirano. «Le spedizioni sono state bloccate racconta Alessandro al Giornale la situazione sarà durissima per i prossimi mesi, poca gente uscirà e chi esce terrà ben stretto il portafoglio. Fare le consegne a casa poi non ha senso, fai 900 euro di ricavi, una libreria che fa consegne ne ha fatte cento in 15 giorni». Per organizzare le consegne Alessandro dovrebbe ricevere gli ordini, farsi pagare su PayPal, andare in libreria, prendere i libri, impacchettare il libro per ogni cliente, sigillarlo, disinfettarlo, fare le bolle di spedizione, verificare i pagamenti, attendere il corriere e spedirli. Meglio quindi tenere chiusi.

«Se stiamo chiusi non aumentiamo i debiti, solo affitto, per questo dico che ora è meglio stare congelati». Già congelati. Freddi. Ibernati. Nell'attesa, se fosse vero, che arrivi il caldo e si porti via un po' il virus. Tutti i libri sono stati rinviati, le spedizioni bloccate, le presentazioni anche, alcuni autori si trovano pochi euro sul conto e molti editori, specie i piccoli, non possono permettersi di andare avanti. Un corto circuito che investa tutta la filiera del mercato del libro, a partire dallo scrittore, dall'autore, dall'editore, il tipografo, la stamperia, il distributore e il libraio.

Su 4mila librai in Italia, contando anche le cartolibrerie, solo 258 sono attivi. Ma gli autori come stanno?

Gianluca Barbera è nato a Reggio Emilia il 15 febbraio 1965. È uno scrittore di successo. Con Magellano, edito da Castelvecchi, ha vinto numerosi premi ed è stato tradotto in molte lingue, con notevoli riscontri in Brasile e Portogallo. Il 2 aprile sarebbe dovuto uscire il suo ultimo libro, Il viaggio dei viaggi, edito da Solferino, ma è tutto bloccato, tranne l'online. Narra di un'insegnante di storia che finisce risucchiato durante una gita nel museo dei viaggi. Un libro utile di questi tempi dato che anche viaggiare non ci è permesso. E quindi l'Italia, le miniere d'oro di Yaquil, le isole Galapagos, le maledizioni egizie di Belzoni, la gara nei ghiacci tra Nobile e Amundsen fino alla Luna, quella dove dovremmo vivere adesso, isolati come tanti astronauti. «Per gli autori è la rovina totale dice al Giornale Barbera possiamo solo scrivere, perché ora non c'è la possibilità di fare nulla. Le librerie sono chiuse, il distributore non distribuisce, non spedisce le novità, tutta la filiera produttiva è bloccata». «Bisogna però tenere un equilibrio con la salute e la morte economica del Paese continua Barbera - Si può andare avanti così fino a fine aprile massimo. Poi basta. Tutto deve riprendere. A casa solo le categorie a rischio, non c'è altro modo o sarà rivolta. Se non si riapre non saranno più in grado di pagare gli editori e dopo due mesi entreranno in crisi anche quelli più grossi».

L'editoria. Già l'editoria. Elisabetta Sgarbi è direttore editoriale e generale de La Nave di Teseo. La raggiungiamo al telefono. «L'editoria è un sistema complesso ci spiega - che coinvolge librerie, autori e una miriade di lavoratori autonomi, redattori traduttori che ne sono il sangue. Dobbiamo tenere in piedi l'intero sistema, privilegiando i pagamenti a ciascuna di queste componenti. Purtroppo penso che nessuno possa facilmente avere chiare le conseguenze. Molto sarà comprensibile solo con la riapertura e nei mesi successivi. Se le librerie sono chiuse, i libri non escono, i fatturati sono molto contratti, e dunque si deve fare ricorso a quanto accumulato nei mesi precedenti». Come Nave di Teseo, Elisabetta Sgarbi ha concesso trenta giorni di dilazione di pagamenti ai librai indipendenti, «ma è chiaro dice che è una decisione una tantum». «Stiamo cercando di massimizzare i ricavi continua - che non siano derivanti dalla libreria, in primis l'e-book. Abbiamo lanciato Woody Allen, la serie di Arthur Jelling di Giorgio Scerbanenco, le nuove edizioni di Le ore di Michael Cunningham e de Il nome della rosa di Umberto Eco. Altri libri seguiranno, anzitutto in edizione digitale.

Se non si può sfogliare la carta poter raggiungere chiunque con una connessione e un tablet può aiutare. E così si organizzano presentazioni su Facebook, dirette, gruppi di lettura, si condividono copertine e frasi del giorno. «Il calendario della quarantena» è il calendario che la casa editrice Neri Pozza, casa veneziana che ha sede a Milano, ha ideato per affrontare la notte più lunga che l'umanità sta vivendo. Ogni giorno, nelle pagine social, consiglia un libro, posta una copertina, scrive una frase che sia di conforto e faccia pensare. Le vendite in e-book poi hanno avuto un aumento quasi del 50%. «Il processo di digitalizzazione della nostra civiltà ha avuto un incremento molto forte dice Luca De Michelis, ad della Marsilio Editori - basti pensare alla scuola, a tutte le attività online». Ma i lanci sono bloccati, sul sito di Messaggerie Libri, il più importante distributore italiano di prodotti editoriali sta scritto: «i lanci novità sono bloccati sino a nuova comunicazione». «Tutta la filiera è in ginocchio dice De Michelis questo blocco pone due problemi, uno come riattivare il mercato, e l'altro l'intasamento che ci sarà dopo».

Già perché riorganizzando tutti le singole uscite, si rischia di portare quattromila novità ai librai che ancora piangono.

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