Daft Punk, così si ballerà quest'estate

Daft Punk, finalmente. Se avete bisogno di un tapis roulant che dallo Studio 54 di Tony Manero e Bee Gees arrivi fino a Deadmau5, che dagli Chic si allunghi fino alla electronic dance music oggi più preziosa del rock, che insomma vi faccia sentire parte del nostro tempo, bene, salite sul nuovo disco dei Daft Punk. Due francesi. Due francesi idolatrati. Due francesi giustamente idolatrati. Sulle ali di una favolosa promozione nuova maniera (fatta di buzz, teaser, remix veri per finta, clamorosi endorsement) quasi tutti hanno già ascoltato Random Access Memories (su Sony Music), il loro primo disco dopo sette anni che oltretutto è ripieno di collaborazioni pazzesche nel senso che sono realmente fuori dall'ordinario: Nile Rodgers, Pharrell Williams, Julian Casablancas degli Strokes e l'immenso Giorgio Moroder, riservatissimo italiano di Ortisei, autore produttore genio inventore della dance music, uno che ha condizionato il costume del dopoguerra più di tanti altri ma che spesso viene colpevolmente trascurato. Qui in Giorgio by Moroder si presenta nel modo più semplice del mondo dicendo suppergiù che vuole mescolare il suono degli anni '50, '60, '70 e '80 con quello del futuro fatto dai sintetizzatori: «Il mio nome è Giovanni Giorgio ma tutti mi chiamano Giorgio». Per molti è una divinità. Per chiunque ami la musica è un luminare. E comunque Randon Access Memories magari non restituisce il suono di una band come si è soliti intenderlo ma entra in quel mondo complicato che mescola Truffaut, Hitchcock, Piccioni e Donna Summer ed è fatto per ballare quando il sole è tramontato e le porte sono chiuse.
E basta ascoltare Instant crush (con la collaborazione di Casablancas) o la fantastica Get lucky (con il featuring di Pharrell) per capire come mai il Telegraph ha riservato il massimo dei voti a questo disco e il Guardian quasi (80 su 100): RAM è un capolavoro. Ed è così capolavoro che al confronto la produzione di Mirwais (con Madonna) o quelle ultramoderne di Guetta e Tjesto e Will.I.

Am sembrano deja vu: questa è la musica che farà ballare tutti a prescindere dall'età e dal luogo perché questi suoni di chitarra funky e di tastiere all'apparenza vintage sono l'eredità virtuale del nostro genoma ballerino: impossibile resistere. O vediamo se ci riuscirete.

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