Dalle nonne ai sex symbol: le olimpiadi del pop europeo

Dopo anni di "letargo" l’ex Eurofestival riparte con un’audience stellare. Stasera la finale su Raidue. E la qualità dei brani è sempre più alta

Dalle nonne ai sex symbol: le olimpiadi del pop europeo

E così a giocarsi stasera le Olimpiadi del pop saranno i volti più diversi della musica leggera. La popstar agèe (76 anni), quell’inglese Engelbert Humperdinck che ha pure vinto un Grammy Award. Il sex symbol statuario e sconosciuto, l’ucraina Gaitana. E quello già famoso in mondovisione, la francese Anggun. C’è persino un coro di nonnine russe, le Buranovskiye Babushki (la più vecchia ha 86 anni). In poche parole, ecco l’Eurovision Song Contest, quello che una volta si chiamava Eurofestival e che nacque nel 1956 proprio per «invidia» del clamoroso successo del Festival di Sanremo. L’Italia – per un inspiegabile snobismo – per anni l’ha trascurato. Ma nel frattempo lo show è cresciuto assai, si è spolverato da dosso un bel po’ di folclore e ora è un trampolino di lancio mica da ridere visto che attira circa 120 milioni di telespettatori. Per di più, molti dei vincitori, come la tedesca Lena Meyer, dopo la gara hanno navigato a lungo per le classifiche europee. Perciò dall’anno scorso, l’Italia ha fatto retromarcia. E a cambiare passo è stata la nuova squadra Rai, specialmente il direttore relazioni istituzionali e internazionali, Marco Simeon: «La Rai ritorna su una delle scene musicali più importanti al mondo», ha detto.
Dunque, è tutto pronto nell’immensa Crystal Hall di Baku, capitale del controverso Azerbaigian che l’anno scorso ha vinto l’edizione e quindi, da regolamento, quest’anno è il padrone di casa (il nostro Raphael Gualazzi è arrivato secondo). Ventisei cantanti uno dopo l’altro, dall’inglese di lungo corso fino al belloccio moldavo Sasha Parfeny con, più o meno a metà, la nostra Nina Zilli che a Baku è già riverita da stampa e bookmakers. Davanti al palco saranno oltre ventimila a seguire lo show, che parte a mezzanotte ora locale perché le disposizioni dell’Eurovision sono draconiane: l’inizio deve essere in simultanea alle 21 dell’Europa centrale. Per gli azeri è una faticaccia da curare a caffé. Ma a noi italiani va benissimo, visto che la diretta sarà proprio alle 21 su Raidue. E, dopo che le due semifinali sono state scandite su Rai5 dall’eclettica Federica Gentile, anche stavolta le voci fuoricampo garantiscono divertimento: Filippo Solibello e Marco Ardemagni di Caterpillar su Radioraidue insieme con Arisa (in studio c’è anche una giuria specializzata). Dopotutto, lo spettacolo è tecnologicamente all’avanguardia.
E sul palco sfilerà una varietà colorita di personaggi che vale il ritratto della musica che gira intorno. Dalla svedese (un po’ berbera) Loreen, selvaggia e un po’ allucinata, che per molti è candidata alla vittoria, fino al turco Can Bonomo che ha venticinque anni e un look tra Corto Maltese e Vinicio Capossela. E la musica? Per anni sono state premiate sonorità collaterali, molto spesso folcloristiche o comunque esagerate come quella dei tamarrissimi finlandesi Lordi, metallari e goliardici, che nel 2006 hanno vinto con un Hard rock alleluja scopiazzato dai Kiss. Ma ormai, complice la potenza virale del web che omogeneizza le sonorità pop, la qualità è nettamente cresciuta. Quest’anno, tanto per dire, la tendenza è dance, per carità senza esagerare: difatti persino le nonne russe cantano su una delicata base ballabile.

In poche parole, ora l’Eurovision Song Contest è davvero il termometro della musica leggera popolare. E, se vogliamo, pure la garanzia delle nostre qualità musicali perché, insomma, non abbiamo proprio nulla da invidiare a nessuno.

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