Dalle stalle alle stelle Sandra Bullock regina di Hollywood

L'attrice, dopo il successo estivo di "Corpi di reato", apre la rassegna con "Gravity" in coppia con Clooney

Dalle stalle alle stelle Sandra Bullock regina di Hollywood

Peggior attrice dell'anno? And the winner is... Sandra Bullock. Migliore attrice dell'anno? Idem. Correva l'anno 2010 e la spiritosa e coriacea attrice americana a distanza di due giorni prima ritirava, personalmente, ben due Razzie Award, peggiore attrice e peggiore coppia con Bradley Cooper per A proposito di Steve di Phil Traill, e poi un Oscar come migliore attrice per The Blind Side di John Lee Hancock. Storia vera di Michael Oher che da homeless è diventato un campione di football grazie anche all'aiuto della moglie (interpretata da Sandra Bullock). Grandissimo successo negli Stati Uniti che in Italia è stato invece distribuito direttamente in dvd perché da noi i film sugli sport preferiti dagli americani hanno sempre faticato ad avere successo.
Un episodio paradigmatico della personalità e della carriera di Sandra Annette Bullock, perseverante attrice, regista, doppiatrice, sceneggiatrice e produttrice nata 49 anni fa nella Contea di Arlington in Virginia che si appresta a sfilare sul tappeto rosso della 70a Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica che stasera aprirà i battenti proprio con un film in cui è protagonista assoluta, accanto a George Clooney, il fantascientifico Gravity di Alfonso Cuarón, scritto insieme al figlio Jonás, dal 3 ottobre nei cinema.

Così alla soglia, e alla faccia, dei fatidici cinquanta, Sandra Bullock porta al Lido di Venezia il suo status di vera grande star femminile del cinema hollywoodiano contemporaneo, capace di scalzare il mito di Julia Roberts degli anni '90 ma anche quello di Angelina Jolie dei 2000. Tutto grazie a un sapiente e spregiudicato mix di film che, dopo il primo grande successo di Speed di Jan de Bont nel 1994 (ma il sequel di tre anni dopo è stato un flop clamoroso), l'ha vista protagonista di commedie di grande successo come Miss Detective di Donald Petrie del 2000 (ancora una volta però il sequel è da dimenticare) e Two Weeks Notice - Due settimane per innamorarsi di Marc Lawrence del 2002, ma anche di un film osannato dalla critica come Crash - Contatto fisico del 2004 (tre Oscar).

Amatissima dal pubblico ma odiata dalla critica che per decenni l'ha sbeffeggiata, Sandra Bullock ha saputo prendersi negli anni le sue belle rivincite - l'Oscar certo ma anche la sempiterna stella sul suolo dell'Hollywood Walk of Fame - riuscendo a interpretare alla perfezione il sogno americano nella declinazione più complicata, quella dell'altalena tra alti e bassi. Così nel momento in cui andava giù eccola pronta a battagliare lanciandosi nella produzione dei suo stessi film oppure dirigendo un corto in cui scegliersi protagonista. Una politica lungimirante che l'ha vista premiata e ricoperta di dollari tanto da diventare nel 2010, l'anno dell'Oscar per The Blind Side, l'attrice più pagata al mondo con 56 milioni di dollari secondo Forbes. La nota rivista proprio in questi giorni la colloca al settimo posto, ma solo perché non ha potuto conteggiare gli incassi (più di 150 milioni di dollari e già si parla di un sequel) del suo nuovo successo estivo Corpi da reato di Paul Feig in cui è un'irrequieta agente speciale dell'FBI che si trova a dover collaborare con un'intrattabile detective di Boston.

Molto più seria la vicenda di Gravity in cui Sandra Bullock è un ingegnere medico alla sua prima missione spaziale, comandata da un astronauta veterano (George Clooney) al suo ultimo volo prima del ritiro. Ma durante una passeggiata spaziale di routine, un incidente li sorprende. La nave è distrutta e i due, completamente soli, legati a nulla se non l'uno all'altra, vorticano nell'oscurità.

Anche in questo caso l'attrice ha lottato per avere il ruolo. Pare infatti che la lista delle colleghe fosse lunga: Angelina Jolie, Marion Cotillard, Scarlett Johansson, Rachel Weisz, Natalie Portman, Naomi Watts, Sienna Miller, Rebecca Hall... E il sogno americano continua.

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