Non che morissero dalla voglia di fare altra tv. La verità è che volevano fare tv «altra». Ale e Franz devono la loro celebrità al piccolo schermo griffato Zelig, ma è dal palcoscenico che sono partiti, venticinque anni fa, e al palcoscenico pensano sempre (anzi, ci torneranno presto: al Teatro Lirico di Milano, nella stagione della rinascita di quello storico spazio e, si spera, anche della città post-pandemia). Insomma, ci voleva la classica proposta impossibile da rifiutare e, dicono, «ce l'ha servita il vicedirettore di Rai2 Fabio Di Iorio». Da martedì 13 aprile per otto puntate in seconda serata (subito dopo Enrico Birgnano) il duo comico, nato sedendosi su una panchina in un famoso sketch, si alza e si mette a giocare a tutto campo. Senza limiti e, anzi, Fuori tema.
Entra e fai quello che vuoi, è la frase che solo i fuoriclasse si sentono dire dal proprio allenatore. Di che partita, cioè show, si tratta?
Franz: «É uno slalom in assoluta libertà tra comicità e intrattenimento, tra generi come cabaret, teatro, fiction e cinema e un tocco di Monty Phyton, perfino utilizzando riprese con green screen e post-produzione con effetti speciali. Volevamo sperimentare, mettendo la tv al servizio della comicità, non viceversa».
Liberi dai tempi e dalle logiche televisive, quindi?
Ale: «Si può anche mettere così. A noi interessava poter spaziare da momenti poetici a jam session con ospiti del mondo musicale, dalla comicità veloce a quella più articolata e surreale».
Urgono esempi.
Ale: «Ci vedrete al famoso balcone veronese di Giulietta e Romeo, o come Signorine Buonasera, oppure nel mezzo di un talk-show all'americana con interviste assurde, immaginate con i personaggi che avremmo sempre voluto incontrare, fra tutti Dante e Virgilio».
Franz: «E saremo anche due cani, con il loro modo di pensare e di guardare al mondo degli umani».
Ci sarà dunque tanto spazio anche per la musica?
Franz: «In ognuna delle otto puntate avremo un ospite musicale, che entrerà in scena in modo naturale, senza presentazioni: Michele Bravi, Anastasio, Simone Cristicchi, Frankie Hi-Nrg, Peppe Servillo, Samuel, Davide Van De Sfroos e Francesco Tricarico. Con loro facciamo musica e teatro, e andiamo alla scoperta di qualche loro passione personale. Cristicchi, per esempio, è uno che il teatro-canzone lo mangia a colazione. Tricarico è un abile pittore. Nella band, diretta da Fabrizio Palermo, c'è anche un certo Luigi Schiavone, storico chitarrista di Enrico Ruggeri».
La location di Fuori tema è particolare: il Teatro la Cucina all'interno dell'ex refettorio dell'ospedale psichiatrico Paolo Pini di Milano.
Franz: «Uno spazio carico di significato, e con scorci pazzeschi. Il ritorno in uno studio televisivo ci sembrava freddo. Questo è invece un non-luogo che parla da solo. Abbiamo girato a febbraio, un giorno si intravedeva la neve dalle finestre».
Con Fuori tema festeggiate anche il quarto di secolo insieme: qual è il segreto di una coppia?
Franz: «Prima di tutto, gli stimoli: avere qualcosa da dire».
Ale: «Tutti dicono sia la distanza ma noi, anche ai tempi del più rigido lockdown, ci siamo cercati sempre. Anche perché, per fortuna, avevamo parecchi progetti, tra cui le domeniche da Fabio Fazio e questo programma, pensato e creato in continui contatti Zoom con il team di autori: da Rocco Tanica a Diego Cugia, al regista Elia Castangia».
Il momento più bello in carriera?
Franz: «Questo. Fuori tema è il programma della definitiva maturità».
E il più brutto?
Ale: «La chiusura dei teatri nel marzo 2020: eravamo abituati a 170 date all'anno, per noi il teatro è gioia».
Gli altri progetti?
Ale: «Ad agosto scorso siamo stati a Trieste sul set del nuovo film di Gabriele Salvatores Comedians, tratto dal testo teatrale di culto del britannico Trevor Griffiths. Ora stiamo scrivendo il nostro nuovo spettacolo con cui torneremo sul palcoscenico, al Lirico di Milano. Sarà un momento speciale, in cartellone da dicembre ai primi di gennaio».
Franz: «Inviteremo qualche amico storico, perché il momento è indubbiamente magico.
Quel celebre teatro, profondamente legato alla storia della città e chiuso per tanti anni, riapre. Sarà come tornare a vivere, dopo tutto quello che è successo. Per noi, un significato in più: proprio al Lirico, ai nostri esordi, ricevemmo un premio come duo comico dalle mani di Dario Fo».
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