Dear White People: tra satira e protesta

La seconda stagione di Dear White People prosegue nel segno della prima, con tono più serio, evidenziando anche i limiti di una protesta a tratti miope

Dear White People: tra satira e protesta

Dear White People e la denuncia della discriminazione razziale negli Stati Uniti tornano con altri 10 capitoli; nella seconda stagione sono confermati i caratteri stilistici della serie: una via di mezzo tra un video degli OutKast e un film di Wes Anderson, con momenti seri interrotti da parodie su altre serie tv (Empire e Scandal) e ironie varie.

La prima stagione di Dear White People, oltre ad essere di presentazione dei personaggi e della storia, ruota attorno alla festa “Blackface Party” ed al tormentato rapporto di Sam con Gabe. La seconda stagione, mantenendo sempre in evidenza la denuncia della disparità tra persone di colore e bianche alla Winchester University, ci parla delle società segrete all'interno dell’università, delle risse sui social network, ma anche della riscoperta interiore di Troy e di Sam; i due personaggi con la fine della prima stagione si erano un po' persi nel ruolo ricoperto all'interno della comunità.

Nonostante la serie non abbia un vero e proprio protagonista - ogni episodio è dedicato ad un personaggio con il suo punto di vista circa gli avvenimenti - spiccano tra tutti Sam e Lionel. Nel volume II di Dear White People però viene dato maggiore spazio a Reggie, Coco e Joelle, i quali movimentano la trama evitando il torpore della sola protesta. Dear White People però non è solo la voce di una minoranza, o una serie che racconta della disillusione post-Obama e della violenza della polizia sui giovani di colore, è una finestra sugli Stati Uniti.

In Dear White People vengono mostrate due forme diverse di contestazione: la satira e la protesta. La satira è usata dalla rivista Pastiche e dai suoi membri, e negli ultimi anni con i social network sta avendo un utilizzo smisurato (come i meme). Mentre la protesta, intesa come opposizione realizzata con cortei, articoli d’inchiesta e trasmissioni radiofoniche, è lo strumento preferito di Sam e Reggie, i quali però non disdegnano l’uso della satira per rivolgersi poi ad altre minoranze. Questo è uno dei segni di incoerenza del movimento di Sam e compagni: intransigenti quando si tratta dei loro diritti, guasconi quando riguardano altri. Ulteriore incoerenza, confermata anche nella seconda stagione, sono le ripetute accuse al povero Gabe, colpevole solo di essere bianco e di amare Sam, oltre ad essere fermamente convinto della causa da lei sostenuta.

I comportamenti contraddittori della protesta sono sapientemente evidenziati in Dear White People che riesce così a sottolineare non solo il tema della discriminazione razziale, ancora ben radicata negli Stati Uniti, ma anche i limiti di un movimento che rischia a sua volta di cadere nello stesso sopruso che

denuncia. Le parole di Joelle nella prima puntata della seconda stagione diventano quindi una chiave di lettura della serie: “non vediamo le cose per come sono, ma in base a come siamo noi”.

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