Den-Bosch celebra le visioni di Hieronymus

Grande rassegna nella città natale per i 500 anni dalla morte del maestro fiammingo

Mimmo di MarzioG li abitanti di Den-Bosch, piccola cittadina olandese nota al mondo soltanto per aver dato i natali e il nome a uno dei più straordinari pittori del Medioevo, l'avranno presa come un inquietante segnale del destino. Uno degli antichi palazzi con il tetto spiovente affacciati sulla Piazza del mercato, ora teatro delle grandi celebrazioni per i 500 anni dalla morte di Hieronymus van Haken (questo il vero nome di Bosch), è crollato in piena notte all'indomani dell'inaugurazione della più grande mostra a lui dedicata. Polverizzata la facciata su cui le autorità locali hanno proiettato, alle prime ombre della sera, le immagini animate dei mostri alati e dei demoni che popolano i celebri dipinti di un autore che molti (giustamente) reputano il grande ispiratore dei surrealisti. D'altra parte i festeggiamenti avevano ben ragione di essere. Per la prima volta, a distanza di mezzo millennio, la città si riappropriava sia pur per pochi mesi di quasi tutti i capolavori di questo suo figlio eccellente, colui che già in vita era stato omaggiato dalla casta più alta della nobiltà e accolto nell'esclusiva Confraternita di Nostra Signora. Una grande e fondamentale mostra, quella che si tiene nelle sale del sobrio Noordbrabants Museum, raccoglie capolavori sparsi e gelosamente custoditi nei più importanti musei del mondo, dal Prado di Madrid al Metropolitan di New York, al Louvre.Il Bosch Research and Conservation Project, l'ambizioso progetto di ricerca storicoartistica condotto a livello internazionale, ha iniziato a lavorarci nove anni fa. Una fatica premiata da una mostra che resterà alla storia e che è già praticamente sold-out fino alla chiusura prevista per l'8 maggio. Ed è questo forse un altro record, oltre a quello di mostrare ai fortunati visitatori 20 dipinti e 19 disegni originali del maestro geniale quanto poco prolifico. Tra le opere esposte, che comprendono capolavori come Carro di fieno, La Nave dei folli e Le 4 Visioni dell'Aldilà, figurano quattro trittici e quattro pannelli dipinti su entrambi i lati. In mostra, inoltre, sette pannelli provenienti dalla bottega di Bosch e realizzati dai suoi più importanti allievi, oltre a una settantina di opere che permettono di comprendere l'humus da cui l'artista prendeva spunto per le proprie visioni.Visioni demoniache e angeliche, quasi allucinazioni con cui Bosch riuscì a descrivere senza pudori i sentimenti e la morale di un'epoca a cavallo tra Medioevo e Rinascimento. La caduta nel vizio, il peccato, la dialettica tra dannazione e redenzione sono i grandi temi che attraversarono rappresentazioni certosine come solo la pittura fiamminga ha saputo rendere, ma che in Bosch ebbero stilemi unici e irripetibili. La narrazione sul pellegrinaggio della vita, il destino dell'uomo e il suo libero arbitrio, è abitata da una folla di creature zoomorfe e una natura matrigna fatta di fiori carnivori e mostruosi pesci volanti, cani corazzati, uccelli dal corpo a zampogna o il becco a piffero, caverne umanoidi e cristiani derelitti ridotti a piedi, ventri, orecchie.Uno dei capolavori di queste vere e proprie enciclopedie di simboli è il grande assente di questa imperdibile mostra, malgrado sia per due terzi egregiamente testimoniato dall'opera degli allievi: parliamo del trittico del Giardino delle delizie che il Prado ha scelto di non prestare, malgrado lo stesso museo madrileno avrà l'onore di ospitare a fine anno parte dell'esposizione.

In compenso, Hieronymus Bosch - Visioni di un genio offre al pubblico la visione di nove quadri interamente restaurati e una recente scoperta: il frammento della Tentazione di Sant'Antonio proveniente dal Nelson-Atkins Museum of Art di Kansas City, da pochissimo attribuito alla mano del maestro.

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