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Denny Mendez: "Non mi sono mai piegata al compromesso"

Dal ritorno di "Pole Position" al rapporto con la sensualità: la nostra intervista all'attrice

Denny Mendez: "Non mi sono mai piegata al compromesso"

Attrice, conduttrice, modella: Denny Mendez è un’artista a tutto tondo. E grazie alla sua bellezza è riuscita a tracciare un solco: è stata lei, nel 1996, la prima Miss Italia di colore nella storia del concorso. Dalle esperienze negli Stati Uniti con John Travolta e Steven Soderbergh alla fortunata partecipazione a “Un posto al sole”, fino ai progetti più recenti, a partire dal format “Pole position” su Business 24 Tv: una carriera in continuo mutamento, per sperimentare e non adagiarsi.

Dal 18 ottobre riparte “Pole Position”, ennesimo tassello di una carriera molto variegata. Che bilancio traccia?

“Questo format parla di lavoro e impresa, non è usuale nel mondo della televisione. Mi dà molte soddisfazioni. Pensando alla mia carriera, è sicuramente variegata: non mi sono mai incasellata in certi schemi. Sono molto soddisfatta di ciò che ho fatto: ho mosso i miei passi lentamente, anche perché non credo nei successi fulminanti. Lavoro tra l'Italia e gli States, tra conduzione e altri ruoli. Anche ‘Pole position’ è stata una sfida che ho accolto con piacere”.

Qualche rimpianto?

“Forse dal punto di vista manageriale… Si può sempre migliorare, ma le mie scelte fino ad oggi sono state coerenti con il mio lavoro. Non mi sono mai piegata al compromesso”.

Denny Mendez

Poco tempo fa aveva affermato che in Italia la personalità dell’artista sembra quasi un difetto più che un pregio…

“Io credo che a volte non vengano rispettate certe scelte dell'artista, anche a livello di ideologie. Vengono un po’ sottovalutate. Gli artisti durante la pandemia hanno provato a reagire nonostante tutte le difficoltà del caso. Non sono riconosciuti i valori. A volte essere artista non è considerato un vero lavoro e questo mi dà fastidio”.

A livello lavorativo lei si divide tra Italia e Stati Uniti, le differenze sono evidenti?

“Negli Stati Uniti ho lavorato con John Travolta, con Morgan Freeman e altre star. In Italia non esiste il ‘team’. Sia nelle grandi produzioni che nelle piccole produzioni, c’è sempre competizione ma nel rispetto dei ruoli. Non trovi mai nessuno che tenta di scavalcarti. In Italia invece succede ed è una mancanza di rispetto. Un’altra differenza è legata alla grande disciplina nei confronti del lavoro, presente in America e un po’ meno in Italia”.

Nel cinema e nella serialità di oggi la donna è ancora stereotipata?

“Devo dire che ci sono stati dei passi in avanti a livello di scrittura dei personaggi femminili. Sono stati abbattuti dei clichè perché anche i produttori hanno percepito che la storia non può essere sempre con la moglie perfettina degli anni Cinquanta. Oggi ci sono donne che vivono altre realtà. Mi spiace che questi messaggi siano colti solo dalle piattaforme, mentre in tv – sia quella pubblica che quella privata – non si osa più di tanto. Sembra quasi che vogliano ‘proteggere’ il pubblico. È sempre una lotta, è sempre un continuo farsi valere, ma non dovrebbe essere così”.

Denny Mendez 2

Quanto è difficile coniugare il lavoro con il ruolo di madre?

“All’inizio non è facile, ma si può fare (ride, ndr). Un tema che va affrontato è quello del supporto e della comprensione nei confronti delle donne. Nei primi mesi di maternità ho cercato di coniugare entrambe le cose. Ho trovato un’agenzia specializzata per le donne in attesa e ho fatto casting e provini ‘mirati’ (ride, ndr). Ho dei bellissimi ricordi di quel periodo, perché esistono delle strade per poter lavorare e andare avanti. Ma a volte non sembra così. Soprattutto in Italia, sembra che quando diventi mamma la tua carriera è finita. Ma dove sta scritto? È un clichè sbagliatissimo e non corrisponde alla realtà”.

Che rapporto ha con la femminilità, con la sensualità?

“Da giovane ho avuto dei complessi, soprattutto per le gambe storte. Ma poi ho capito che le gambe sono il mio punto forte e ho cambiato il mio punto di vista (ride, ndr). Io vengo dalla Repubblica Dominicana e sono fortunata, perché lì la sensualità si vive in maniera meno compressa. Arrivando in Italia, ho percepito molto la differenza e ho dovuto riappropriami della mia sensualità con il tempo. Grazie alle mie radici non mi sono sentita inadeguata, ho vissuto la mia femminilità senza problemi”.

Quali sono i suoi prossimi progetti?

“Tengo molto al film ‘Global Harmony’, girato tra Napoli e

Lampedusa, che tratta numerosi temi. A febbraio, poi, partirò con una tournèe teatrale. Insomma, ancora un percorso variegato. Di sicuro non farò mai la cantante: artista sì, ma bisogna conoscere i propri limiti (ride, ndr)”.

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