"Dieci diverse". Cosa hanno trovato sul batterista dei Foo Fighters

Emergono le prime verità sull'improvvista morte di Taylor Hawkins, il batterista dei Foo Fighters. Le autorità colombiane rivelano: "Aveva assunto marijuana, antidepressivi triciclici, benzodiazepine e oppiacei"

"Dieci diverse". Cosa hanno trovato sul batterista dei Foo Fighters

Nelle vene di Taylor Hawkins scorreva un mix di "dieci diverse sostanze stupefacenti". Un cocktail letale che ha fermato il cuore del batterista dei Foo Fighters, stroncato probabilmente da un infarto poco prima di salire sul palco. Le dinamiche che hanno portato alla morte del musicista, avvenuta venerdì scorso, per la verità non sono state ancora chiarite del tutto: sul corpo dell'uomo, trovato esanime in una stanza d'albergo a Bogotà, sono in corso accertamenti che potranno spiegare cosa sia accaduto al 50enne nelle ore precedenti al decesso. Cioè, sino al momento in cui un medico generico aveva tentato invano di rianimarlo.

La procura generale della Colombia, intanto, ha comunicato gli esiti degli esami tossicologici, rivelando che a interrompere il battito cardiaco del musicista sarebbero stati gli effetti di un concentrato di sostanze. In un dispaccio redatto insieme all'istituto di medicina legale, le autorità colombiane hanno dichiarato che finora sono state trovate "dieci sostanze nel corpo di Taylor Hawkins, tra cui THC (cannabis), antidepressivi, benzodiazepine e oppiacei". I pubblici ministeri, tuttavia, non ritengono il caso archivato: i medici legali infatti stanno continuando a lavorare "per chiarire completamente i fatti che hanno portato al decesso" di Hawkins. Poco prima di morire, il batterista aveva lamentato un dolore al petto, poi alzando il telefono della propria stanza d'albergo aveva comunicato di star male alla reception. Al sopraggiungere dei soccorsi, tuttavia, non c'era già più nulla da fare.

"Il suo spirito musicale e la sua risata contagiosa vivranno con tutti noi per sempre", si legge ora sull'account Twitter ufficiale dei Foo Fighters, che in un primo momento avevano parlato ai loro fan colombiani di "situazione medica molto grave", senza fornire dettagli sulla decisione di sospendere il concerto a Bogotà e le successive date del tour sudamericano. Con il passare delle ore è stata poi divulgata la ferale notizia. L'ultimo concerto di Hawkins era stato la domenica precedente in un altro festival a San Isidro, nella provincia di Buenos Aires, in Argentina. L'ultima performance pubblica del batterista che aveva stregato, sin da loro primo incontro, Dave Grohl, fondatore e frontman dei Foo Fighters ma soprattutto ex batterista dei Nirvana.

"Fu una questione di secondi, capimmo subito di essere fatti l'uno per l'altro", raccontò una volta Grohl, che iniziò una stretta collaborazione musicale con Taylor Hawkins. Quest'ultimo, per l'esattezza, iniziò a far parte dei Foo Fighters dal 1997 e in precedenza era stato il batterista della cantante indie canadese Alanis Morissette. Alcuni grandi successi della band, tra cui "Learn to Fly" e "Best of You", portano proprio il contributo del musicista morto a Bogotà poco prima di esibirsi.

Per Dave Grohl, che considerava quel talentuoso batterista un "gemello acquisito", si è ripetuto l'incubo: ancora una volta, una morte

improvvisa accanto a sé durante uno dei momenti positivi della carriera. Gli accadde anche il 5 aprile 1994, quando Kurt Cobain - con il quale condivideva i successi dei Nirvana - si suicidò con un colpo di fucile in testa.

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