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"Dispersa nell'Oceano racconto amore e odio per il mare in tempesta"

L'attrice è protagonista di "Resta con me" sullo spaventoso naufragio di Tami Oldham

"Dispersa nell'Oceano racconto amore e odio per il mare in tempesta"

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Shailene Woodley sta diventando una stella. Si è fatta conoscere nel 2011, con Paradiso Amaro, accanto a George Clooney, poi è diventata protagonista della saga per adolescenti Divergent. Lo scorso anno era nel cast della acclamata serie Big Little Lies e ora, il 29 agosto, arriva al cinema in Italia con Resta con me, girato nelle selvatiche acque delle isole Fiji e diretto dal regista islandese Baltasar Kormákur, che ha voluto la realtà dell'oceano Pacifico per raccontare la storia vera di Tami Oldham.

La donna, nell'estate del 1983, insieme al fidanzato Richard, fu vittima di un terribile naufragio. La barca a vela sulla quale viaggiavano fu colpita da uno dei più catastrofici uragani della storia recente, l'uragano Richard. Ne seguirono quarantun giorni passati alla deriva, in una zona fuori dalle rotte di navigazione, senza la prospettiva di mandare un SOS e ottenere aiuto. «Una storia potente che ha cambiato la mia relazione con l'acqua», dice la Woodley, 27 anni a novembre.

Cambiato come?

«Ho sempre avuto una relazione profonda con l'acqua, sono cresciuta in California, in riva all'oceano e quindi ho un'affinità con il mare da sempre, ma certo non ho mai provato una connessione emotiva così forte come quella che ho sentito con questa esperienza, si è trattato di un'unione, di una continua comunicazione. E' capitato anche a me di subire un incidente in mare, niente di così clamoroso ma, com'è successo a Tami, quell'episodio ha rafforzato il mio legame con l'oceano anziché troncarlo».

Altre somiglianze con la vera Tami?

«Abbiamo molto in comune. Entrambe siamo spiriti liberi. Entrambe abbiamo girato il mondo zaino in spalla e condividiamo la stessa voglia di entrare in contatto con culture diverse dalla nostra, così da imparare sempre qualcosa di nuovo e vedere il mondo da prospettive diverse. Non so se nella sua situazione sarei stata altrettanto coraggiosa però».

Lei sa andare a vela?

«Non prima di girare questo film, ho preso lezioni, per essere credibile».

Lei è un'attivista e ambientalista, i nostri oceani sono un posto inquinato.

«Già, e quello che la gente non sa è che l'acqua sul nostro pianeta ci fornisce il 50% dell'ossigeno. Se continuiamo a inquinarlo, smetterà di respirare. Isole di spazzatura galleggiano nel mare, provengono da America, Cina ed Europa».

Le Fiji invece, dove avete girato, sono isole ancora incontaminate.

«E' un posto che mette tutto in prospettiva. Quando sei in una terra dove non tutti si possono permettere il lusso di avere l'elettricità e un sistema idraulico in casa, realizzi di quanto poco tu in realtà abbia bisogno per creare intorno a te una vita felice».

L'oceano è protagonista anche nella serie Big Little Lies, di cui state girando la seconda stagione.

«Sì, con Meryl Streep. Lei è spettacolare, meravigliosa e gentile. Essere di nuovo in questo progetto, con un nuovo regista, Andrea Arnold, che ha un punto di vista diverso e distinto, è una bella esperienza».

La prima stagione parlava di violenza domestica e bullismo, questa?

«Parla di amicizia e di psicologia femminile, argomento che non viene trattato spesso al cinema o in tv. Ci sono donne certo, con problemi da risolvere, ma raramente accade che in televisione si scandagli la psicologia femminile».

Questa maggiore attenzione è dovuta secondo lei alla rivoluzione del «dopo Weinstein?» Ai movimenti Metoo e Time's Up?

«Sì, penso che il cambiamento in atto stia portando a questo sviluppo nel nostro ambiente di lavoro, ma non è solo quello, credo che le cose stiano cambiando a Hollywood perché gli studios stanno capendo che il pubblico non è più interessato a film i cui unici protagonisti sono maschi e bianchi.

Non sono più i tempi e si stanno adattando, fortunatamente».

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