Sanremo 2018

Il "dittatore" e i suoi satelliti: "Siamo la fantasia al potere"

Baglioni, la Hunziker e Favino tracciano un (piccolo) identikit del Festival: "Innoveremo la tradizione"

Il "dittatore" e i suoi satelliti: "Siamo la fantasia al potere"

nostro inviato a Sanremo

Emozioni, colori, allegria, leggerezza, sapori, pennellate di sogni. Immaginazione al potere. Bello. Belle parole. Però, nella conferenza stampa che si è tenuta ieri a Sanremo per la presentazione ufficiale di Michelle Hunziker e Pierfrancesco Favino, i due conduttori che affiancheranno Claudio Baglioni sul palco dell'Ariston, non si è capito tanto bene che Festival sarà, quello del 2018. L'unica certezza è che sarà totalmente centrato sulla musica, e sulla musica italiana. E che il contorno, lo show, gli sketch, i «comedians» (come li definisce Baglioni) avranno uno spazio minore rispetto al passato. Ma l'idea forte, quella che ha sorretto le edizioni di Carlo Conti, Fabio Fazio, Paolo Bonolis e anche Gianni Morandi, qual è? Al momento non è chiara. E l'unico imperativo si riassume in «un festival nazional-popolare, anzi popolare-nazionale», come sottolinea il cantante-conduttore. Dunque vediamo come sarà la kermesse che si svolgerà dal 6 al 10 febbraio.

IL DITTATORE ARTISTICO Così si definisce Baglioni che, per accettare la direzione, dopo aver rifiutato tre volte, ha chiesto e ottenuto un surplus di potere, «di poter decidere su tutto, dalle canzoni in gara fino ai vestiti degli orchestrali (scherza, ndr)». E, visto che questo è il festival numero 68, come non richiamare alla mente l'anno della contestazione giovanile, l'anno dell'immaginazione al potere, l'anno in cui si poteva ancora sognare un mondo migliore mai arrivato. E, dunque, pure a Sanremo il dittatore-direttore vuole portare una «piccola rivoluzione», perché «ogni tradizione ha bisogno di una revisione o innovazione». «Sarà un Festival 0.0». Si vedrà.

IL SATELLITE HUNZIKER La bionda conduttrice svizzera, sempre luminosa e sorridente, fa un passo indietro e gioca nel ruolo della numero due in un Festival tutto all'insegna della stella Baglioni. Ma, si sa, lei non è il tipo che si lascia mettere da parte. Sul palco farà vedere quello che valgono tanti anni di esperienza di conduzione. Figuratevi che resterà sul bancone di Striscia la Notizia fino al 3 febbraio, per poi correre a Sanremo e cominciare solo tre giorni dopo un'avventura che farebbe venire l'ansia a un monaco tibetano. Lei si dice «caricatissima». E, per ora, delle cose che farà rivela solo che porterà sul palco un momento dedicato alla lotta alle molestie sulle donne, di cui da sempre è una battagliera testimone.

IL SATELLITE FAVINO Anche l'attore gioca a fare il numero due-bis. Lui, noto al grande pubblico della tv e a quello del teatro, si è prestato per la prima volta a un ruolo lontano dalle sue corde. Ma da quello che si capisce dalle prime battute si vede che è già entrato nella parte. Non si lascia sfuggire una battuta e sarà certamente l'elemento collante fra i tre conduttori. «Del resto sono il Banderas italiano», mica roba da poco, gigioneggia...

OSPITI «Non ci saranno star hollywoodiane sullo stile di vacanze romane». Così Baglioni cancella ogni ipotesi di vedere sul palco stelle dello spettacolo che nulla hanno a che vedere con la musica, come accaduto tante volte negli anni passati. «Anche perché spesso non hanno portato un contributo artistico rilevante» (il pensiero va a tante interviste ad attrici americane o a campioni discussi come Mike Tyson). «Penso - aggiunge - che gli ospiti sia italiani sia stranieri debbano essere scelti in coerenza con lo spettacolo che abbiamo in mente». Dunque, se ci saranno star della musica mondiale verranno a cantare qualcosa che ha matrice italiana. I nomi possibili che ha già rivelato questo Giornale, da Laura Pausini a Sting a Liam Gallagher a Morandi, «sono tutti confermati, ma loro non hanno ancora confermato». Insomma si attendono le risposte definitive.

COMICI Chiunque cercherà di portare un po' di risate sul palco dell'Ariston (si fanno i nomi della sempre più lanciata Virginia Raffaele, e di Siani, Pieraccioni, Panariello, insomma i soliti) dovrà ricordarsi che il Festival cade nel bel mezzo della campagna elettorale. Certo, nessuna censura, libertà di espressione, però «se proprio proprio qualche comico azzarderà una situazione di impar condicio, nei microfoni metteremo delle scosse elettriche che li annienteranno al momento», scherza Baglioni. I politici locali? Potranno solo consegnare i premi.

GARA Come già detto, nelle prime quattro serate non ci saranno eliminazioni dei big in gara «perché noi vogliamo fare una festa e non vogliamo umiliare nessuno». Le canzoni possono durare anche quattro minuti. Nella serata del venerdì i concorrenti presenteranno il loro brano in duetto con ospiti e verrà proclamato il vincitore tra i giovani.

Sabato arriveranno al rush finale tra campioni, tra cui verrà decretata la canzone vincitrice del Festival tramite un sistema misto di televoto, giuria degli esperti e della stampa.

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