Cultura e Spettacoli

Un documentario per rivivere il conflitto

Una signora novantenne che racconta quando, da bambina, lei ebrea, va in piazza con i suoi compagni di scuola a festeggiare Hitler in visita a Roma nel '38

Un documentario per rivivere il conflitto

Una signora novantenne che racconta quando, da bambina, lei ebrea, va in piazza con i suoi compagni di scuola a festeggiare Hitler in visita a Roma nel '38. Un'altra anziana che ricorda i 5 anni passati nelle colonie fasciste, come altri 13mila bambini fatti rientrare da Mussolini dalla Libia alla vigilia dello scoppio della guerra. O ancora i parenti che rievocano la tragedia dell'Arandora Star, la nave inglese che trasportava gli internati italiani silurata da Hitler. E le testimonianze delle marocchinate, gli stupri di massa in Ciociaria. Insomma, si parte dalle vite delle singole persone per rivivere l'immane sofferenza della Seconda guerra mondiale. In occasione dell'ottantesimo anniversario dell'ingresso dell'Italia nel conflitto (10 giugno 1940), il canale Focus, rete Mediaset al tasto 35 del telecomando, ricorda l'evento con il docufilm «Lili Marlene - La guerra degli italiani», in onda stasera e domani alle 21,15. Un lavoro che merita di essere visto per ripercorre quella follia collettiva, arricchito anche da testimonianze sono inedite. Realizzato da Pietro Suber, giornalista Mediaset con la collaborazione di Amedeo Osti Guerrazzi, storico del fascismo e Donatella Scuderi, regista teatrale, il documentario ha il merito di non sprofondare nella retorica e nel sentimentalismo, come capita a molti programmi dedicati alle guerre che hanno devastato il secolo scorso. Inoltre, cercando di mantenersi in equilibrio, racconta, oltre alle atrocità commesse dai nazi-fascisti anche il punto di vista dei vinti, di quelli che erano dalla parte sbagliata e gli orrori commessi dai vincitori.

Infine, il documentario è arricchito da brevi interviste a politici, scrittori e personaggi noti come Dacia Maraini, Pupi Avati, Pippo Baudo, Giorgio Napolitano, Eugenio Scalfari, Renzo Arbore, le gemelle Kessler e Gianni Letta.

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