Se la cava con un acronimo perché, in fondo, di tempo non ne aveva poi molto. Serge Pizzorno dei Kasabian aveva voglia di fare un disco tutto suo ma, ammette, «per molto tempo ho vissuto in un circolo fatto di album tournée e poi album e così via. Può essere, e lo è, una situazione confortevole e rassicurante. Poi però raggiungi un punto in cui senti il bisogno di una tempesta nel porto sicuro. Mi sono detto: ora o mai più».
Esce così, il 30 agosto per Columbia Records, il disco The S.L.P. dove l'acronimo suddetto significa, semplicemente, Serge Lorenzo Pizzorno. Lui, cioè. L'italo-britannico con un bel pezzo di cuore in Italia, radici genovesi (tifa Genoa e qualche votla viene a vedersi le partite di calcio), una vita a Leicester, da dove ha assorbito quella pronuncia ostica e piena di controtempi jazz, e una passione per artisti italiani del cinema e della musica da cinema come Sergio Leone e Ennio Morricone.
Di suggestioni così, in quest'album da solista, ce ne sono parecchie. «Posso definirlo, in un certo modo, un autoritratto spiega Pizzorno - ogni canzone racconta un frammento della mia personalità». Ce ne sono undici, di canzoni, che spaziano tra influenze hip-hop e funky psichedelico, senza abbandonare quel tocco vintage che, anche coi Kasabian, resta un marchio di fabbrica.
Il 12 settembre, Serge Pizzorno si esibirà dal vivo con band al Circolo Magnolia di Milano, e lancia indizi curiosi come il suo taglio di capelli (un look «leopardato» su tempie e nuca, a fare da pendant coi pantaloni egualmente maculati): «Il concerto sarà un po' un rave e un po' un
film di David Lynch, eccitante e misterioso», suggerisce Pizzorno. Tornare in Italia, per Pizzorno, è sempre speciale. «Mi porto ancora dentro le sensazioni del concerto dei Kasabian al Porto Antico di Genova di un anno fa».
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