Ecco l'"Alma" di Gaia: "Canto le mie anime, italiana e brasiliana"

È un disco complesso, quello di Gaia. Si intitola Alma ed è un passo fuori, e di lato, rispetto al mainstream e alla valanga di tecnologia che stravolge la maggioranza dei brani in classifica. «In questo disco canto in italiano e in portoghese, che sono le due parti fondamentali di me stessa», spiega l'artista italo brasiliana che ha vinto Amici 19 e poi si è presentata all'ultimo Festival di Sanremo con un brano, anche questo in controtendenza, Cuore amaro.

E il Festival è stato dolceamaro per lei: «Ho imparato molto, è stato entusiasmante ma durante la settimana festivaliera ho perso la voce e ho capito che avevo dato poco ascolto a me stessa». Poco dopo è nato il brano-scintilla di questo disco che, non a caso, ha dato anche il titolo: Alma. «Mi piace pensare che non sia neanche stato scritto da me - spiega - ma dal mio spirito guida. Io l'ho semplicemente recepito».

In fondo, come si è visto anche l'altra sera nel locale milanese dove ha presentato le canzoni, questa 24enne di madre brasiliana e padre italiano, nata a Guastalla e cresciuta in provincia di Mantova, è parallela a tutto il resto del mercato pop. Ha un bagaglio musicale che arriva dal tropicalismo e dalla tradizione brasiliana (diversa da quella genericamente considerata sudamericana) ma si apre al pop contemporaneo trovando uno stile unico e in questo momento sorprendente.

«È un album lungo, ma arrivato in maniera fluida e nato dalle mie sofferenze, oltre che da ciò che vivo e sento intorno a me», spiega con una pacatezza inconsueta in questo tempo frenetico. E qual è la sua più grande sofferenza? «Non aver la forza di ascoltarmi». Capirete anche voi che non è un linguaggio comune per una ragazza di 24 anni. Forse anche per questo è stata scelta per partecipare al Corona Capital Festival del 21 novembre a Città del Messico con Twenty One Pilots, Tame Impala e The Kooks, mondi musicali lontani dai suoi ma stessa originalità nella visione: «Non vedo l'ora di essere là, per me è un sogno», spiega.

Nel frattempo, da giovanissima protagonista, si guarda intorno e fa i conti con il mondo che si ritrova intorno: «La paura che viviamo sta creando ancora più odio. E questo odio ci spinge anche a chiedere a noi stessi prestazioni altissime senza aver avuto il tempo necessario per riposarsi e ripartire». Una saggezza che va al di là dei suoi 24 anni.

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