Educati e conservatori: con i One Direction la faccia pulita del pop

La boy band fa impazzire le fan (e i genitori...) a X Factor. E stupiscono tutti: "Altro che ragazzine, ci manca la famiglia"

Inarrestabili, proprio così. Ma non i cinque ragazzi dei One Direction, che sono bravi e composti e persino simpatici. A essere senza limiti sono i loro fan, anzi le loro fan, età compresa tra i 10 e i 18 anni, scatenate al punto che, per placarle ieri davanti all'hotel milanese che ospitava la band, è arrivata persino la polizia in assetto da sommossa pop, ossia con tanta pazienza e molti sorrisi. Idem intorno al Teatro della Luna, dove i golden boys sono stati ospiti di XFactor per cantare il singolone Live while we're young: c'erano genitori rassegnati che, piuttosto di evitare rivolte famigliari, avevano affrontato il viaggio della speranza addirittura da Ancona o da Ischia per accamparsi qualche ora al freddo del piazzale davanti all'ingresso (qualcuno si è sentito anche male). Se è andata di lusso, li avranno visti di sfuggita per qualche nanosecondo, invidiando i pochi fortunati ammessi davanti al palco.
Si consoleranno tutti con il nuovo disco che esce tra due settimane (Take me home, Sony) e soprattutto con i concerti del 18 maggio all'Arena di Verona e il 20 al Forum di Assago. Prevendita aperta domani, biglietti probabilmente esauriti in pochi minuti, mica ore o giorni. E pensare che loro cinque, tutti inglesi e rampanti (il più «vecchio» è del '91, il più giovane del '94) dicono persino di volersi «impegnare ancora più importanti perché non ci sentiamo arrivati». Beata gioventù. In fondo, il menu è sempre lo stesso dai tempi dei Duran Duran, mutatis mutandis. Il gruppo pop di bellocci. L'entusiasmo volatile delle tifose. Poi magari l'oblio e, forse, il ritorno in stile Take That. «Sì rispetto alla band di Robbie Williams siamo più fortunati perché loro sono stati gli apripista. E sul palco balliamo di meno», ammettono i One Direction, tanto che gli importa: oggi sono sul tetto del mondo e domani vedremo. Comunque il loro decollo è da manuale e si legge d'un fiato nel libro One Direction Story scritto dal bravo Danny White per Sperling&Kupfer. Nel 2010 si sono presentati - occhio: si sono presentati separatamente - ai casting dell'X Factor inglese. Sono stati bocciati ed erano pronti a tornarsene a casa (Harry lavorava in una panetteria, Liam era già riserva della Nazionale per le Olimpiadi dei 1500 metri, gli altri, compreso Zayn che è figlio di un pakistano, sgavettavano qui e là sognando la gloria). Ma alla giudice Nicole Scherzinger è venuto in mente di raccoglierli in un gruppo e farli gareggiare. Bingo. Al talent show sono poi arrivati terzi. Ma in classifica primi. Ovunque. Oltretutto sono stati la prima band inglese a debuttare al numero uno in America con il disco d'esordio. E, nel nostro piccolo, anche l'Italia li ha premiati conservando Up all night per 27 settimane nella top 20.
Insomma, in pochi mesi nel loro curriculum sono entrate vendite per dodici milioni di copie (cifra stellare visti i tempi), centinaia di copertine e milioni di messaggi sui social network. I One Direction sono un topic trend quasi fisso su Twitter (con 7 milioni di followers) e scatenano Facebook grazie a più di dieci milioni di amici. «Per noi i social sono decisivi soprattutto nei paesi dove non siamo mai stati: grazie al web, ci conoscono e ci seguono tutti anche lì» ammettono loro durante una conferenza stampa all'acqua di rose, agile e veloce quasi a confermare il segreto poco segreto di questa band: la positività senz'altro.
I One Direction viaggiano sui binari che, da Justin Timberlake in avanti passando per Taylor Swift e Justin Bieber, li hanno trasformati nel contrappeso vitale e addirittura conservatore di una generazione quasi nichilista oltre che disorientata. «Con i nostri primi soldi abbiamo comprato la macchina ai nostri genitori, l'unico lato negativo del successo è che ci mancano le nostre famiglie» hanno detto con un candore che sarà pure artefatto ma è significativo mica poco. Fine della contrapposizione distruttiva padri figli. E fine di quei luccichii al testosterone che hanno consacrato centinaia di popstar agli occhi di milioni di teenager.

I One Direction sono, o almeno sembrano, ragazzini della porta accanto e sono flat, sono uniformi e non distruttivi o irraggiungibili. Sono la boy band del momento, rinnovando il significato di boy e di band. Per il costume è un passo avanti. Per la musica, beh, quella viene dopo, molto dopo.

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