Prima gli italiani. Per carità, qui non si parla di politica ma di musica, quella leggera. Basta dare un'occhiata alle classifiche per accorgersi che la gara al tormentone è praticamente solo italiana, vista l'assenza quasi totale di concorrenti stranieri. Dunque, per quanto riguarda le radio, che restano sempre il vero motore di diffusione popolare del pop, nella top ten ci sono nove italiani su dieci (gli unici stranieri sono Shawn Mendez e Camila Cabello con Senorita).In testa ritorna Ostia lido di J-Ax, che è presente anche in Senza pensieri di Fabio Rovazzi al fianco di Loredana Bertè al nono posto. E poi, in ordine di apparizione nella top ten di Earone, ci sono Jambo di Takagi&Ketra con Giusy Ferreri, Nuova era di Jovanotti, Mambo salentino di Boomdabash con Alessandra Amoroso, Maradona y Pelè dei Thegiornalisti, Senorita di Shawn Mendes con Camila Cabello, Calipso di Charlie Charles con Dardust e i feat. di Fabri Fibra, Mahmood e Sfera Ebbasta, Margarita di Elodie con Marracash e Piece of your heart del trio di produttori italiani Meduza. Idem per le classifiche della Fimi: nove su dieci. A parte Senorita di Mendes e Cabello che è in testa, tutti gli altri, da Dove e quando di Benji & Fede passando per Yoshi e Ho paura di uscire del potentissimo collettivo rap Machete fino ad Ancora una volta con Fred De Palma e Ana Mena sono italiani.
In poche parole, è uno strapotere.
Se si pensa alle estati degli anni Ottanta o Novanta, la controtendenza è evidente. Giusto per fare un esempio a caso, nella top ten dei singoli più venduti del 1984, c'erano soltanto due canzoni italiane (Fotoromanza di Gianna Nannini e Self control di Raf), mentre tutte le altre, da I just called to say I love you di Stevie Wonder, a All night long di Lionel Richie o Careless whisper degli Wham! erano anglosassoni. Nell'era della globalizzazione, c'è una localizzazione diffusa dei gusti, frutto anche della omogeneità di suoni e mode musicali. In sostanza, a parità di struttura musicale, specialmente d'estate vince il «tormentone» del quale si può capire il testo, cantare le parole e farle diventare di uso comune. L'anno scorso, lo ricordate?, il «vocale di dieci minuti» dei Thegiornalisti era diventato un intercalare anche nei discorsi sulle spiagge. Quest'anno i versi «cult» sono quelli adottati dal testo neorealista di J-Ax in Ostia Lido: «Tra i maschi lo sport più diffuso sulla spiaggia/ È ancora trattenere il fiato, tenere dentro la pancia/ Lui si porta i libri di Kafka/ Ma poi studia solo ogni culo che passa». E, al di là del vintage dei Thegiornalisti con «Maradona è megl' 'e Pelé» che riporta alla curva del San Paolo ai tempi di Dieguito, c'è anche il «E quando io ti guardo mentre passi, fai vibrare pure i sassi» della Nuova era di Jovanotti impegnato in un tour che passerà alla storia come uno dei più coraggiosi e divertenti degli ultimi anni (nonostante le polemiche che spesso paiono strumentali). In più, nella corsa al trono del tormentone 2019 sembrano molto ridimensionate le sonorità tipicamente trap che, fino a poche settimane fa, sembravano destinate a conquistare il mondo. Seguendo una tendenza molto più evidente in altri mercati, ad esempio quello americano, la struttura musicale della trap, già timidamente riconoscibile, si è allargata al pop.
E i «portavoce» radiofonici di questa tendenza sono sparpagliati in classifica dietro a Calipso del «boss» Charlie Charles con il bravo Ghali di Turbococco che è il più trasmesso di tutti al ventesimo posto. Alla fine, il tormentone che verrà «incoronato» il 9 settembre all'Arena di Verona ai Power Hits Estate di Rtl 102.5 sarà anche stavolta italiano. Un segno (importante) dei tempi.
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