Cultura e Spettacoli

"Faccio il cattivo e così ho capito cosa sono le foibe"

"Faccio il cattivo e così ho capito cosa sono le foibe"

Bustina con la stella rossa in testa, sguardo spietato, il comandate dei partigiani di Tito, aguzzino di Norma Cossetto, è interpretato con grande bravura da Romeo Grebensek, attore sloveno che per anni ha recitato e vissuto a Trieste.

Come ti senti a fare la parte del cattivo?

«Il cattivo è comunque un ruolo interessante. Il mio primo film in italiano è stata una sfida. A scuola mi avevano insegnato una storia diversa da quella che ho scoperto con Red Land. Mi rendo conto che il tema è delicato, ma ho fatto una scelta puramente professionale».

I cattivi nei film vengono spesso banalizzati. Non è il tuo caso in Rosso Istria. Come ti sei preparato per affrontare il personaggio?

«Mi ha attratto proprio perché non si tratta di una parte banale. Di solito i cattivi li fanno comparire come delle macchiette del male e basta. La storia è pesante, ma ho 34 anni, non sono coinvolto o di parte e per questo sotto certi aspetti è stato più facile interpretare il ruolo di Mate il capo partigiano».

E lo fai con trasporto e convinzione...

«Bruno Ganz che ha interpretato magistralmente Hitler nel film La Caduta non significa che fosse d'accordo con il nazismo. Allo stesso modo certo non sono d'accordo con Mate o con le atrocità compiute durante la seconda guerra mondiale non solo dai partigiani, ma anche dagli italiani o dai fascisti o dai tedeschi».

Qual è stato il momento, sul set, che ti ha coinvolto di più?

«Quello con Franco Nero. Io che lo minaccio e lui, professore, punto di riferimento degli italiani e di Norma Cossetto, che non si piega. Conoscevo molto poco le vicende delle foibe e dell'esodo. Non ho vissuto sulla mia pelle o della mia famiglia questa storia tragica come molti a Trieste o in Istria».

Cosa pensi della tragica vicenda di Norma?

«Prima del film non ne sapevo nulla. È una vicenda veramente triste, ma da tutte e due le parti sono stati compiuti dei crimini sulla pelle di tante famiglie italiane e anche slave. Questo film serve a ricordare una storia, che per tanti anni non è stata raccontata. Il messaggio dovrebbe essere uno solo: Mai più».

Sei sloveno. Non temi di venir accusato di avere recitato per un film che punta il dito contro i partigiani di Tito?

«Non è ancora successo, ma potrebbe capitare.

Ci sarà sempre qualcuno che dirà bravo e altri che criticheranno, ma io faccio l'attore e basta».

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