Esce oggi il volume di Mauro Chiabrando Il particolare superfluo. Atlante delle minuzie editoriali (Luni Editrice, pagg. 372, euro 60). Ricchissimo di immagini, è dedicato agli «aspetti effimeri» del libro: cataloghi, fascette, etichette, pubblicità volante, segnalibri... Pubblichiamo qui uno stralcio della prefazione di Luigi Mascheroni.
Luigi Mascheroni
Cosa sarebbe l'uomo, e l'uomo di cultura in particolare, senza l'in-utile? Senza tutto ciò che non è immediatamente utile al bisogno, senza tutto ciò che non serve dal punto di vista pratico? Senza l'arte, la Poesia, il lusso, l'ozio, la moda, il dettaglio, il pretenzioso persino. E che cosa sarebbe il lettore, e il bibliofilo in particolare, senza tutto ciò che del libro è accessorio, non utile allo scopo pratico dell'oggetto-libro, ovvero l'essere letto? Il primo amerebbe un po' meno la vita, e il secondo un po' meno il libro. La totalità di una passione è fatta soprattutto delle cose piccole.
Cose piccole, e piccolissime: fascette, segnalibri, tagliandi, schede editoriali, etichette, ex libris, biglietti, cartigli, cartoncini, cartoline, foglietti pubblicitari... Quanti particolari apparentemente inutili, in realtà essenziali, si trovano sopra, dentro, attorno, dietro i libri. Le pagine rilegate sono il corpo. La copertina l'abito. Loro sono la pochette infilata nel taschino della giacca. Così senza scopo, così necessaria. Oggetti minimi e minuscoli, che insieme diventano qualcosa di gigantesco. C'è chi li raccoglie e li studia, con passione, da una vita, mettendo ordine al disordine. E, imbarcandosi con tanta leggerezza in un'avventura così poco seria, è capace di farne oggi un rigoroso, originalissimo, inedito, catalogo. Questo.
Non solo inventario bibliopatologico, non solo atlante delle carte perdute, non solo Wunderkammer di minuzie editoriali, non solo (formidabile) galleria di marginalia grafiche, insieme irresistibile divertissement per bibliofili e rigoroso manuale di studio per specialisti, la raccolta ragionata di tutto il superfluo che si può ritrovare dentro i libri, frutto di un lavoro ventennale (e più) di Mauro Chiabrando, è un extravagante viaggio a margini della trasmissione del Sapere, dal bestseller alla plaquette.
Andata, senza ritorno. Perché qui dentro ci si perde. Le rutilanti copertine dei piccoli cataloghi dei «Manuali Hoepli», i miracolosi santini dell'eretico Leo Longanesi, le effimere manchette della iperbolica (e pubblicitaria) avanguardia futurista, la piccola graficamente gigantesca pubblicità dei libri di Bruno Munari, i fascistissimi segnalibri fustellati a forma di gladio («Vincere») - e perderemo...- dell'editore fiorentino Carlo Cya, oppure quelli a forma di pistola automatica per promuovere Poirot sul Nilo di Agatha Christie, 1978, collana «I classici del giallo Mondadori»... (...)
In un'epoca digitale le uniche necessità sono le cose materiali, e superflue. È la frivolezza che fortifica l'esistenza. Il marginale è sostanziale.
E il secondario primario. La futilità non è soltanto consolatoria: è ineluttabile.La scrittura è pesante. Ma è nelle pieghe dei libri, letteralmente, che si può scovare la leggerezza che innerva il mondo. E non solo di carta.
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