Lo studio è esattamente lo stesso. Le cabine, le cuffie e i microfoni, più vintage di così non si può. Li vedremo a colori e non nel bianco e nero anni '70, perché l'operazione nostalgia è una cosa, il peccato di hybris un'altra. Sfidare il Dio Pubblico anche su quel fronte sarebbe stato rischioso, anche per un programma che risponde al mitico nome di Rischiatutto. Il quiz più famoso della storia della tv italiana torna dunque stabilmente tra noi: dopo l'assaggio della scorsa primavera su Raiuno, da dopodomani su Raitre per nove puntate Fabio Fazio condurrà lo storico gioco che fu del Mike nazionale. Ogni giovedì in prima serata, e non potrebbe essere altrimenti: quello era il giorno del quiz, e del saluto «Allegria!», un mantra che faceva da effetto serotonina agli italiani di quei primi, tribolati anni '70. Presentato ieri nella cornice sobria e, oggi, «anti-televisiva» (Fabio Fazio dixit) contemplata dagli italiani tra il 1970 e il 1974, Rischiatutto ha ricordato ancora una volta di essere un pezzo della nostra storia: a confermarlo, la presenza del direttore generale della Rai Antonio Campo Dall'Orto e del direttore di Raitre Daria Bignardi, al fianco di Fabio Fazio e di due personaggi che sono le medaglie onorifiche più evidenti per il conduttore che dovrà «osare» sostituire Mike Bongiorno, la moglie Daniela e Ludovico Peregrini, il mitico «Signor No». Anche lui, capello bianco e baffo immancabile, è tra i protagonisti (e gli autori) di questa attesa edizione e, incredibile a dirsi, sorride: «Se lo faccio spiega è perché con Fazio ho trovato una grande complicità. E perché mi è piaciuto il suo approccio al programma, di assoluto rispetto». Lui, Mister Raitre, coccolato dal direttore Bignardi, sa come indossare l'abito minimalista, si becca i complimenti e spiega: «Daniela e i suoi figli mi hanno consegnato questo oggetto così caro a Mike: da parte nostra non può che esserci la massima onestà intellettuale e l'assoluta cura. Noi non possiamo certo farlo come lo faceva lui: diciamo che apriamo la scatola del gioco, e giochiamo. Ci chiedono di fare cultura? No, non abbiamo un intento pedagogico, oggi sarebbe assurdo, e anche ieri era soprattutto nozionismo. Cerchiamo la passione dei concorrenti, l'unica cosa rimasta gratuita in un mondo dove nulla lo è più. La cultura alla fine è in come si fanno le cose».
L'operazione Rischiatutto non prevede ossessioni di share, assicura Bignardi: «Ci aspettiamo qualcosa in più della media del canale, diciamo due punti in più del 7%». Fazio taglia corto: «L'obbiettivo non è l'ascolto, sennò non lo avremmo tenuto su Rai3». E a proposito del canale Bingardi aggiunge: «Gli ascolti sono buoni, Raitre è vitale, il lunedì sera va benissimo». Ci sarebbe il flop di Politics che suscitando un po' di ilarità la direttrice derubrica in un «piccolo particolare», ma, «lavoriamo a un ri-debutto del programma dopo il referendum».
A Rischiattutto ogni settimana Fazio sarà accompagnato da una giovane attrice del cinema italiano disposta a inventarsi episodica «valletta». Per il Fazio sacerdote del politicamente corretto l'espressione è troppo tabù e dunque è d'uopo spiegare che «avremo alcune talentuose attrici disposte a giocare col ruolo: nella prima puntata Matilde Gioli, seguiranno Cristiana Capotondi, Alessandra Mastronardi, Matilde De Angelis e altre». Poi ci sarà la «materia vivente», quel che Fiorello fu nell'assaggio di aprile scorso: Carlo Verdone nella prima puntata, Ornella Muti nella seconda e poi Cochi e Renato, Aldo Giovanni & Giacomo, a porre quesiti ai concorrenti sulla propria carriera.
Le sezioni storiche del quiz ci saranno eccome: domande preliminari, tabellone, domande finali in cabina. Novità intrigante, la «casella web»; quella che permette di avvalersi o meno della ricerca su internet, con ovvia penalizzazione punti però: se cerchi e, soprattutto, sbagli risposta. (GUARDA IL VIDEO)
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