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"La felicità? Me la regala la piccola Emma": parla Andrea Dianetti

L'attore Andrea Dianetti in tour con il suo romanzo "La felicità del Gambero" ci racconta i luoghi del libro ma anche i suoi amori

"La felicità? Me la regala la piccola Emma": parla Andrea Dianetti

Su Facebook scrive: "Sono uno che per mestiere fa tutte cose non riconosciute dallo stato, tipo L'Artista". Andrea Dianetti, classe 1987, è un artista eclettico, con tanta voglia di fare molte altre cose. Nato nella scuola di Amici di Maria De Filippi, è stato protagonista in televisione (dalle fiction I cesaroni, Un medico in famiglia alla sitcom Ricci e Capricci); ha fatto molto teatro, non solo come attore ma spesso anche come autore, regista e coreografo. E ora è in tour con la promozione del suo primo libro, La felicità del gambero (Sperling & Kupfer), che a leggerlo sembra una commedia romantica, ironica, che fa sorridere, ridere, ma anche riflettere.

Ci racconta in breve la trama?

"I protagonisti sono Roberto e Mia. Roberto, 30 anni, fa un lavoro di cui si parla molto con tutte le difficoltà del caso e che è stato utilissimo durante la pandemia. Fa il rider, e consegna pesce surgelato, con la promessa di recapitarli entro un'ora dall'ordine. Cosa che non sempre avviene, perché il traffico di Roma è infernale, e il più delle volte i prodotti gli si sciolgono tra le mani. Un vero e proprio incubo che peggiora nei giorni di pioggia, quelli in cui il motorino scivola sui sampietrini e non c’è verso di arrivare a destinazione. Ma a volte la vita fa dei regali e una mattina di inizio primavera, sotto un temporale scrosciante, gli viene dato l'incarico di portare i gamberi di Mazara del Vallo, i più pregiati, a una famiglia di Trastevere che ne ha ordinati ben cinque chili. E qui avviene l'incontro/scontro con Mia".

Parla del colpo di fulmine tra le righe, ma nella vita esiste?

"Credo che il colpo di fulmine esista davvero. All'inizio rientra tutto in un'attrazione fisica, è pura chimica, come funziona il regno animale. Noi non ci annusiamo il deretano, per lo meno non al primo appuntamento (e ride), ma sono certo che si creano delle particolari condizioni appena ci si incontra".

Il romanzo è ambientato in parte a Roma. Una città perfetta per viverci o solo per trovare ambientazioni scenografiche?

"Roma è più per i turisti, è bella da ammirare, con il Tevere che visto dall'alto sembra il profilo di una strega. La capitale è come la cristalleria che hanno a casa le nonne, bella da vedere ma poi si le cose si rompono solo con lo sguardo. Mia nonna conservava alcuni animaletti di Swarovski e io li odiavo con tutte le mie forze, perché appena provavo a giocarci si staccava un orecchio, un baffo. Così è Roma, avrebbe bisogno di tanta manutenzione".

Tra le pagine emerge la disputa mare e montagna. Con Mia che esalta il tramonto del sole che si perde dietro le cime e con Roberto che vota per il tramonto sul mare, mentre beve uno sprizt. Andrea invece cosa preferisce?

"Fino a un po' di tempo fa, senza esitazione avrei risposto il mare. Poi per alcuni film ho iniziato a lavorare in Trentino e allora mi si è aperto un mondo. La montagna ha un potere antico, queste cime giganti mi rilassano e mi quietano, il mare, invece, mi mette la frenesia che devo fare per forza qualcosa. Il massimo raggiungimento del piacere sarebbe il mare con dietro la montagna, come in Grecia, in Albania, in Sicilia, tipo Catania con l'Etna dietro. Insomma, come la pizza mare e monti".

Le piacerebbe ricavarne un film?

"Ovviamente sì e l'ho pensato, tanto che è scritto un po' stile sceneggiatura. Del resto, per deformazione professionale sono abituato ai copioni e quindi ho utilizzato una scrittura cinematografica. Chissà, sarebbe un sogno che si avvera".

Parliamo di volumi da leggere. Roberto è costretto a leggere Piccole donne, la storia di quattro giovani sorelle durante l'ottocento, mentre tutti gli altri leggevano Dragon Ball. Uno scrittore è anche soprattutto un lettore, che genere di libri ama?

"In passato ho letto tantissimo, a 14 anni in vacanza mentre gli amici giocavano in spiaggia io leggevo Delitto e Castigo di Fëdor Dostoevskij, all'ombra della nostra roulotte. Credo di aver letto tutte le commedie di Shakespeare, dalla prima all'ultima. Ho un amore viscerale per Carlos Ruiz Zafón e il suo L'Ombra del vento è per me uno dei libri più belli in assoluto. In questo ultimo periodo leggo un po' meno, ma spero di recuperare".

Cosa la rende felice?

"Mia nipote Emma, di un anno e otto mesi, mi rende felicissimo. Non pensavo di poter amare qualcuno in questo modo così viscerale. Al settimo mese di gravidanza mia sorella ha avuto problemi e l'abbiamo portata a fare controlli; io ero terrorizzato e quando mi hanno detto che andava tutto bene, ho singhiozzato talmente tanto che mi sentivano al piano di sotto".

Emma le ha fatto venire voglia di paternità?

"In realtà me l'ha dimezzata. Ho trasferito tutto l'amore che potevo in lei e poi c'è il gusto di essere sì padre ma per poco tempo. In più ho troppa paura che un figlio possa stare male, avere dei problemi, e questa paura, al momento, mi paralizza".

E sul fronte amore?

"Sono fidanzato con Miriam (Milani, una psicologa, ndr) da cui deriva anche la Mia del mio romanzo, una ragazza straordinaria e sì anche lei mi rende felice. Mi auguro possiamo sempre stare bene così e chissà invecchiare insieme".

Dove la rivedremo?

"A fine settembre sarò tra i concorrenti di Tale e Quale Show, su Rai 1. Carlo Conti ha ufficializzato il mio nome.

Anche questa notizia mi regala felicità".

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