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La moglie tradita e il test del dna. Il nuovo "ricatto" della principessa

Il casato regnante del Belgio potrebbe annoverare presto una nuova principessa tra le sue fila, ma non grazie a una prossima nascita, bensì come risultato di una battaglia legale che ha visto fronteggiarsi l’ex re Alberto del Belgio e la non più presunta figlia Delphine Boёl

La moglie tradita e il test del dna. Il nuovo "ricatto" della principessa

Delphine Boёl ha vinto e ora vuole la ricompensa che le spetta di diritto, ovvero diventare principessa. All’inizio del 2020 la 52enne ha dimostrato in tribunale, grazie all’esame del DNA, di essere la figlia naturale dell’ex re Alberto del Belgio, di 86 anni. Infatti sua madre, la baronessa Sybille de Selys Longchamps fu amante dell’ex sovrano per 18 anni, dal 1966 al 1984, quando Alberto era ancora un principe. La baronessa sostenne che la gravidanza non era stata programmata, al contrario e rivelò in un’intervista: “Pensavo di non poter avere figli perché avevo avuto un’infezione” e aggiunse: “Non avevamo preso alcuna precauzione”. A quanto pare Alberto del Belgio promise a Sybille che avrebbe divorziato da Paola Ruffo di Calabria e l’avrebbe sposata. Non accadde mai.

Nel 2013 il monarca abdicò in favore del figlio a causa di problemi di salute e oggi ha il titolo di “re emerito”. Il 2013 è anche l’anno in cui Delphine iniziò la sua battaglia legale per dimostrare di fronte al mondo intero i suoi natali aristocratici. Non è un caso che lo scontro a suon di carte bollate sia iniziato proprio 7 anni fa. Nel momento in cui Alberto del Belgio abdicò, perse anche l’immunità e, dunque, non poté evitare in alcun modo il processo. Come Spiega La Repubblica il 16 maggio 2019 la Corte d’Appello di Bruxelles stabilì che il re Alberto del Belgio avrebbe dovuto sottoporsi all’esame del DNA. Se non lo avesse fatto, gli sarebbe stato imposto di pagare 5mila euro di multa per ogni giorno di rifiuto. Alberto, seppur di malavoglia, dovette acconsentire e poi rendere pubblico l’esito.

Le voci sull’esistenza di un presunto, quarto figlio dell’ex sovrano iniziò a circolare quando venne pubblicata una biografia non ufficiale della regina Paola Ruffo di Calabria, nel 1999. Nel 2005 Delphine Boёl dichiarò in un’intervista che il suo padre biologico non era Jacques Boёl, bensì Alberto del Belgio. Nel 2013 tentò anche di disconoscere Jacques, ma il tribunale di Bruxelles ritenne “infondata” la richiesta. Benché il test del DNA avesse dimostrato che non vi era alcun legame di parentela tra i due, davanti alla legge Jacques manteneva il suo ruolo di “padre legale” di Delphine. Fino alla decisione che cambiò le carte in tavola, ovvero il test del DNA anche per Alberto del Belgio.

L’ex re ha anche ammesso di essere il padre di Delphine e ora sua figlia chiede gli stessi titoli, gli stessi privilegi e lo stesso trattamento riservato agli altri discendenti e suoi fratellastri, l’attuale re Philippe, i principe Astrid e Laurent. Al momento non sappiamo ancora se le verrà riconosciuta anche quest’altra vittoria e in che modo, se parziale o totale. L’avvocato di Delphine Boёl, Marc Uyttendaele, ha dichiarato: “La questione non è se Delphine voglia o non voglia diventare principessa. Non vuole essere considerata una figlia a ribasso, ma ambisce esattamente agli stessi privilegi, titoli e capacità dei suoi fratelli e di sua sorella”.

Lo scorso agosto la donna ha rivelato all’agenzia stampa francese AFP che il riconoscimento della paternità le ha “veramente cambiato la vita” e che fino al 1999 lei si sentiva solo “la discendenza ‘sporca’ di Alberto II”. Se il tribunale concedesse a Delphine Boёl titoli nobiliari e privilegi la sua esistenza cambierebbe ulteriormente, così come quella dei suoi figli. Per questo motivo la questione è tutt’altro che semplice e conclusa. Uyttendaele ha poi rivelato alla tv RTL che la vita di Delphine, prima del riconoscimento, è stata “un lungo incubo a causa di questa ricerca di identità”, mentre l’ammissione del re emerito Alberto del Belgio è stata un “sollievo”.

Occorre anche ricordare che, almeno in apparenza, la Boёl non è affatto una Cenerentola moderna che ha dichiarato guerra al re per motivi economici. Il suo padre legale, Jacques Boёl è l’erede di una famiglia di industriali e, secondo quanto riportato da La Repubblica, sarebbe perfino più ricco di Alberto del Belgio. Ora Delphine spera in un riavvicinamento al sovrano emerito e che quest’ultimo lasci da parte la freddezza che ha caratterizzato i loro rapporti in questi anni. Dal canto suo Alberto del Belgio ha sottolineato quella che considera un’ingiusta intromissione nella sua vita privata. L’ultimo capitolo di questa vicenda verrà scritto con la sentenza del prossimo 29 ottobre.

Chissà se Alberto e Delphine riusciranno a superare i contrasti e a essere davvero, seppur con un certo ritardo, padre e figlia.

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