Cultura e Spettacoli

Il film del weekend: "Cattivissimo Me 3"

Collaudata giostra per famiglie che alterna clownerie, azione e buoni sentimenti. Formula vincente non si cambia ma l'originalità del primo episodio è un pallido ricordo

Il film del weekend: "Cattivissimo Me 3"

Alla Illumination Entertainment, in questo periodo, possono festeggiare il fatto che "Cattivissimo Me" sia diventato il franchise di animazione più redditizio di sempre. Il merito va anche ai ricavi dell’ultimo capitolo, "Cattivissimo Me 3", diretto da Pierre Coffin, già regista dei primi due capitoli, e da Kyle Balda ("Minions"): la pellicola, finalmente uscita anche da noi, sta infatti riscuotendo un successo di pubblico planetario.

La ricetta di questo intrattenimento per grandi e piccini, in grado di regalare un'ora e mezza non memorabile ma, a suo modo, deliziosa, è sempre la stessa: semplicità, ritmo, colori e un'irresistibile colonna sonora. Il fatto è che continua a venire riproposta senza particolari innovazioni, film dopo film. "Cattivissimo Me 3" è, come i precedenti, un'avventura in bilico tra buoni sentimenti e comicità elementare che ricontestualizza gli stessi elementi, aggiungendo un personaggio alla famiglia non convenzionale (e perciò molto attuale) di partenza: nel primo episodio un super-cattivo si convertiva alla bontà per fare da padre a tre orfanelle, nel secondo entrava in scena una figura femminile, ora è la volta di un parente ricco di cui si ignorava l'esistenza.

Nel pubblico dei bambini di età prescolare, la ripetizione di situazioni e personaggi genera familiarità e fidelizza l'attenzione ma in quello adulto il rischio è di produrre noia e disaffezione alla storia. A coinvolgere anche i genitori, garantendo un divertimento formato famiglia, in "Cattivissimo Me 3" è stato quindi predisposto un omaggio ironico agli anni 80. Vanno in scena, in maniera spassosa, canzoni, oggetti iconici, balli, abiti e acconciature di quel periodo, col pretesto che il cattivo del film è un ex bambino prodigio rimasto patologicamente ancorato al suo momento di gloria.

Anche se non basta a nascondere i primi segni di cedimento di una saga che ormai vede troppo diluita l'originalità di partenza, il villain dal sapore vintage è la nota eccentrica e vitale del film. Balthazar Bratt, questo il suo nome, è un ladro che gira armato di chewingum gonfiabili e cubi di Rubik esplosivi, si muove a colpi di moonwalker di Michael Jackson e ha uno smisurato bisogno di attenzioni.

E' a causa sua, per il fatto di esserselo lasciato scappare, che Gru e Lucy vengono licenziati dalla Lega Anti Cattivi. La perdita del lavoro non è l'unica novità per Gru che scopre, infatti, di avere un fratello gemello, Dru: ricco, biondo e che sogna di riportare Gru sulla vecchia strada della malvagità per imparare da lui i segreti dell'arte di famiglia. E' per appagarne la sete d'avventura senza cadere in pericolose tentazioni, che Gru lo coinvolge nella caccia a Balthazar.

Al plot principale sono affiancate tre sottotrame: i Minion, stufi della svolta buonista del loro padrone, vanno a cercarsene uno nuovo, Lucy tenta di farsi accettare come madre adottiva e la piccola Agnes sogna di incontrare un unicorno.
Giocosi siparietti vengono mischiati in maniera sapiente ora a briose scene d'azione, ora a momenti più introspettivi.


In preparazione, al momento, c'è "Minions 2" per il quale c'è da augurarsi che i produttori abbiano in serbo qualcosa di più di una variazione sul tema.

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