Clint Eastwood impreziosisce la sua inarrestabile carriera firmando l'ennesima audace scommessa vincente: la trasposizione cinematografica di un musical di Broadway. La nuova pellicola, "Jersey Boys", diretta dall'ottantaquattrenne regista, è basata infatti su un omonimo spettacolo che da otto anni va in replica con successo e racconta la storia dei “Four Seasons”, un gruppo musicale rock’n’roll degli anni Sessanta, originario del New Jersey, che vendette oltre 100 milioni di dischi entrando nella storia della musica americana. Il film mostra la parabola ascendente e discendente, sia professionale che privata, dei quattro componenti, di cui esplora complicità, “divergenze artistiche” e drammi personali.
Il racconto si apre nel 1951 in una comunità italoamericana del New Jersey. Tommy (Vincent Piazza) e il suo amico Frankie (John Lloyd Young) crescono sotto l’ala protettrice del boss Gyp DeCarlo (Christopher Walken), arrangiandosi con qualche lavoretto illegale e coltivando nel frattempo il sogno di cambiare vita grazie alla musica. Con altri due ragazzi formano un piccolo complesso e, dopo un inizio difficoltoso, raggiungono un successo travolgente che sarà però messo a repentaglio da Tommy, ancora legato al suo passato criminale.
Non è la prima volta che Eastwood mette in scena la realizzazione del sogno americano da parte di individui dalla partenza svantaggiata. Ma in "Jersey Boys" realizza soprattutto un viaggio nostalgico in un'epoca in cui esisteva un particolare senso dell'onore, specialmente nell'amicizia maschile e tra persone provenienti dagli stessi quartieri. E' lodevole la ricostruzione storica dell'atmosfera degli anni ’50-’60, sia nei costumi sia nelle scenografie. Funzionano i siparietti e le battute tra italoamericani, ma il film non tiene fede all'incipit lievemente comico e rivela presto di avere più anime oltre a quella da commedia, spaziando da gangster movie a melodramma.
Questi diversi generi cinematografici vengono amalgamati grazie alla musica che irrompe con le canzoni intramontabili in cui si esibiscono i protagonisti. Per gli amanti di classici come “Sherry”, “Big Girls Don’t Cry” e “Can't take my eyes off you", sarà un'impresa trattenere l'applauso al termine di ogni pezzo. Il cast è composto di semisconosciuti presi direttamente dal musical di Broadway e perciò perfettamente nella parte. Tra i comprimari spicca un incisivo, misurato eppure assai divertente Christopher Walken nei panni di un boss dal cuore tenero. La regia è sapiente, lo stile magistrale e, dal punto di vista formale, il film è davvero curato, fatta eccezione per il trucco che, nel finale, invece di invecchiare gli attori li rende oltremodo grotteschi.
La complicità con il pubblico è cercata impiegando i protagonisti della vicenda come narratori, abbattendo la quarta parete, ossia lo schermo, facendoli rivolgere direttamente alla macchina da presa e dialogare con chi è in sala; ma l'espediente
funziona solo in parte perché purtroppo a livello di empatia il film resta un po' debole. Non è quanto di meglio ci abbia regalato il grande Eastwood, ma pur sempre un'opera di gran lunga sopra la media in termini di fascino.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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