Col suo quinto film da regista, "Monuments men", Clooney ritrae la seconda guerra mondiale da una prospettiva abbastanza inedita, portando all'attenzione del pubblico l'affascinante storia vera raccontata nel libro di Robert M. Edsel, uscito nel 2009, "Monuments Men. Eroi alleati, ladri nazisti e la più grande caccia al tesoro della storia".
Tra la fine del 1943 e l'inizio del 1944, uno storico dell'arte, Frank Stokes (George Clooney), convince il presidente Roosevelt a formare una squadra speciale composta da direttori di musei, collezionisti e esperti di beni culturali da spedire al fronte, dopo un breve addestramento militare, per recuperare i capolavori artistici rubati dai nazisti e restituirli ai legittimi proprietari. Hitler aveva decretato che, in caso di sua sconfitta, quanto trafugato dovesse andare distrutto, perciò la missione diventa una vera e propria corsa contro il tempo. I Monuments Men sono interpretati da un plotone di star: George Clooney, Matt Damon, John Goodman, Jean Dujardin, Hugh Bonneville, Bob Balaban e Bill Murray. Ad aiutarli, una raffinatissima Cate Blanchett nei panni della collaborazionista Rose Valland.
Il film non ha uno specifico genere d’appartenenza, perché alterna momenti d'avventura bellica ad altri da commedia impegnata e consiste in una galleria di episodi grandi e piccoli dai toni contrastanti. La tragedia viene continuamente mitigata da siparietti ironici e sornioni e la guerra resta come una presenza ingombrante sullo sfondo. Questo continuo alternare pathos e leggerezza dà all'opera un ritmo disomogeneo e rende l'empatia con la vicenda solo momentanea e superficiale. Non si arriva mai alla commozione vera, profonda e viscerale anche perché le caratterizzazioni dei personaggi sono appena abbozzate, ma l'alchimia tra gli interpreti, tutti magnifici, è tale da rendere godibilissima la visione. Fotografia e scenografia sono oltremodo accurate, la regia attenta e precisa.
Va detto che nonostante una smodata retorica patriottica e militarista, il racconto è onesto quando ammette che molti beni artistici sono andati distrutti anche sotto i bombardamenti degli Alleati. Con "Monuments Men" George Clooney ha interpretato, diretto, prodotto e scritto, assieme al fidato Grant Heslov, un lungometraggio un po' vecchia scuola e dal sapore retrò, dichiaratamente ispirato ai film bellici degli anni '60, cosa evidente fin dalla marcetta fischiettante che costituisce il tema principale della colonna sonora di Alexandre Desplat.
Il punteggio musicale, assai pomposo, sembra voler dirigere a bacchetta la nascita di emozioni di volta in volta differenti, come a supplire al fatto che il girato, da solo, non sia forse in grado di suscitarne granché. Che parte del potenziale della storia narrata si sia perduto durante la lavorazione della pellicola è piuttosto evidente, ma il risultato rimane dignitoso grazie al cast di grandi professionisti.
Pur imperfetto, questo è un omaggio ai protagonisti silenziosi di una pagina sconosciuta della storia contemporanea che invita a riflettere sul valore dell'arte intesa come anima immortale di una civiltà. Una vicenda che sancisca la vittoria della bellezza sull'orrore fa sempre bene al cuore.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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