Torna sul grande schermo lo sboccato, trasgressivo e irresponsabile orsetto nato dalla mente di Seth MacFarlane, già creatore dei Griffin. "Ted 2" esce in quasi quattrocento sale, forte del successo avuto tre anni fa dal primo film, ed è certo che la parte di pubblico che allora apprezzò la verve dissacrante e politicamente scorretta del protagonista non rimarrà delusa perché sono molte le nuove oscenità che la attendono. Ted ha sposato la donna dei suoi sogni, la volgarotta cassiera Tami-Lynn (Jessica Barth). Dopo un anno di matrimonio, i due hanno problemi coniugali e decidono di risolverli adottando un bambino, ma non ci riescono: la loro domanda viene respinta perché per il Commonwealth del Massachusetts Ted non è una persona ma una proprietà. Come conseguenza di quanto emerso, l'orsetto perde il lavoro e vede annullato il proprio contratto di nozze. La sua vita è completamente stravolta, perciò decide di citare in giudizio lo Stato per far valere i suoi diritti. Ad aiutarlo, oltre al rimbombamico di sempre, John (Mark Wahlberg), ci sarà una giovane avvocatessa, Samantha L.Jackson, (Amanda Seyfried). Inutile interrogarsi su cosa si intenda oggi per comune senso del pudore e quando venga valicato il suo limite: pellicole come questa hanno un pubblico di affezionati che le apprezza proprio in virtù del fatto che tengono alta la bandiera del cattivo gusto prima ancora che dell'irriverenza.
Non c'è volontà di essere scomodi nella mancanza di decenza che va in scena, quanto di divertire in modo demenziale con cose talvolta disgustose. E' un umorismo molto elementare ma efficace, che si fonda su una carrellata di gag spregiudicate e di una certa inventiva il cui leitmotive sono sesso, droga e citazionismo cinefilo. Tra bong a forma di pene, campioni di sperma, un cammeo di Liam Neeson e un omaggio a Jurassic Park, si trascorrono un paio d'ore sopra le righe in un'atmosfera scurrile a livelli surreali. Stavolta, in quest'anarchia spregiudicata e strafottente, c'è spazio anche per un sottotesto sociale: ci si chiede cosa definisca una persona, si fa riferimento alle discriminazioni razziali e ai pregiudizi nei confronti degli omosessuali e Ted, in sostanza, in tribunale, rappresenta ogni minoranza in cerca del riconoscimento dei propri diritti civili. La coppia di rimbombamici funziona sempre di più, forte di un'alchimia fondata su cameratismo maschile e sfrontata immaturità. Autoironica la Hasbro che, nonostante figuri tra i produttori, si è prestata in qualche modo a impersonare il villain della storia, cui troviamo affiancata una vecchia conoscenza, Donny (Giovanni Ribisi), presenza a dire il vero un po' più forzata che nel primo episodio.
L'annuale convention del Comic-Con di New York in cui è ambientata l'ultima parte, infine, con il suo pullulare di travestimenti e riferimenti pop, farà la gioia del pubblico nerd. Anche se ridurre la durata della pellicola di una ventina di minuti avrebbe giovato, "Ted 2" appare più riuscito rispetto al film originale e, probabilmente, i fan del divertimento triviale ne saranno estasiati.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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