Owen Chase, interpretato da Chris Hemsworth nel film di Ron Howard, sarebbe stato un anonimo marinaio dell'800 se non avesse avuto una sfortuna e una fortuna che lo hanno consegnato alla storia della navigazione, della letteratura e ora del cinema. La sfortuna fu di essere sulla baleniera Essex, come primo ufficiale, quando nel 1820 fu attaccata e mandata a picco da un capodoglio inferocito in mezzo al Pacifico, costringendo l'equipaggio a una drammatica traversata dell'Oceano su tre piccole lance che lasciò vivi solo due uomini. La fortuna fu scrivere un resoconto di quella odissea che ebbe enorme successo, che fece dell'affondamento dell'Essex uno dei disastri nautici più famosi del XIX secolo e che ispirò la scena clou del Moby Dick di Melville.Ed è proprio sulla base della cronaca di Chase e del taccuino di Thomas Nickerson, il mozzo dell'Essex, ritrovato fortunosamente nel 1980, che Nathaniel Philbrick ha scritto nel 2000 il saggio In the Heart of the Sea che ha vinto il National Book Award e da cui Ron Howard ha tratto il suo film. Philbrick nel suo libro (ristampato ora da Elliot) non racconta solo l'odissea di Chase e dei suoi uomini nei 78 giorni della traversata, tra i morsi della fame, le tempeste, gli attacchi di un'orca, la follia e il cannibalismo. Ma, da storico, ricostruisce l'epoca della caccia alle balene nell'800 (quando Nantucket, una cittadina avida, tecnologicamente avanzata, con un concezione religiosa del proprio destino, rappresentava «quello che l'America sarebbe diventata») parlando di tecniche navali, cetacei e leadership.
Ma, come Moby Dick, parla anche della fragilità dell'essere umano e della sua forza ancestrale nel rimanere aggrappato a qualsiasi cosa pur di sopravvivere. Insomma, il libro perfetto per preparasi alla lettura di un classico. O per farci un film di Hollywood.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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