Anche questa volta si è potuto soppesare il potere della radio. Anzi, questa volta più di altre. Proprio mentre la terra tremava e anche le principali fonti di informazione sembravano smarrite, le radio italiane sono state compattissime e puntuali nelle ore devastanti del terremoto. D'accordo, siamo nell'epoca del web e dei social network che informano in tempo reale, spesso approssimativamente e ancor più spesso senza la competenza minima sufficiente. Ma, dopo le scosse che hanno sfigurato il Centro Italia, solo la radio ha dato dimostrazione di maturità, presenza e vicinanza con gli ascoltatori. E lo ha fatto in due modi. Il primo, essenziale, è stato quello di informare tutti, non solo via etere ma anche via web attraverso tutte le app che i principali network ormai hanno reso fruibili gratuitamente. I canali radiofonici, da quelli pubblici della Rai fino a quelli privati, hanno contribuito a disegnare l'esatta dimensione del fenomeno e a rassicurare o preallertare gli abitanti dei luoghi insanguinati. E lo hanno fatto mantenendo un rapporto continuo con gli ascoltatori, intervistandoli o ricevendo le loro telefonate, filtrando emozioni e sofferenze.
Non si sono perse dietro alle dichiarazioni spesso opportunistiche del politico di turno come invece è accaduto alla tv. Le radio hanno avuto la misura giusta e si sono confermate il più affidabile mezzo di informazione in circolazione. Meno inaffidabile del web. E meno opportunistico della tv. Un'altra prova decisiva.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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