La Francia pubblica il Céline proibito. Sarà una "Bella rogna"?

A 105 anni la vedova Lucette dà il permesso a Gallimard di editare i pamphlet antisemiti

La Francia pubblica il Céline proibito. Sarà una "Bella rogna"?

È lo stesso settimanale L'Express, nell'edizione online, a parlare di notizia «bomba». Lo scorso fine settimana il sito di destra L'Incorrect ha rivelato - e la prestigiosa rivista verificato e confermato - che le terribles opere antisemite di Louis-Ferdinand Céline saranno pubblicate da Gallimard nel 2018. La vedova dello scrittore, Lucette Almanzor, ancora viva, si era sempre opposta alla ripubblicazione dei tre scritti più violenti del marito - Bagatelles pour un massacre, L'École des cadavres e Les Beaux draps - ma ora, a 105 anni, sembra aver cambiato idea. Autorizzando la ristampa da parte del più elegante e intellettuale degli editori. Gallimard appunto.

Secondo le indiscrezioni, i tre opuscoli usciranno riuniti sotto il titolo Ecrits polémiques, in un unico volume, previsto per il maggio 2018. Potrebbe apparire nella collana «Les Cahiers de la NRF» e il curatore sarà Régis Tettamanzi, uno specialista in materia. La notizia ha iniziato a girare da un paio di giorni su alcuni siti letterari francesi (e da oggi in Italia anche sul blog dedicato all'autore francese dell'appassionato céliniano Andrea Lombardi, http://lf-celine.blogspot.com), non mancando di suscitare polemiche e domande: come mai il cambiamento di decisione di Lucette, ad esempio?

Come è noto, Céline dopo la guerra - incriminato per tradimento dopo la liberazione della Francia, era fuggito in Danimarca attraverso l'Europa in fiamme - si rifiutò di far rieditare i suoi tre pamphlet, originariamente usciti nel 1937, nel '38 e nel '41, e diventati oggetto di culto per i suoi devoti lettori e ricercatissimi sul mercato antiquario. Da un punto di vista legale, cioè dei diritti d'autore, per poter liberamente ripubblicare le opere di Céline (morto nel 1961) si sarebbe dovuto attendere fino al 2031, passati i 70 anni dalla morte. Ma la decisione a sorpresa della vedova ha spiazzato tutti.

Attenzione, però. C'è un precedente. Nel 2012, in Québec, i tre scritti antisemiti (insieme con altri brevi testi, cioè Mea culpa, Hommage à Zola, À l'agité du bocal e Vive l'amnistie, Monsieur!), uscirono in un volume di mille pagine, proprio col titolo Ecrits polémiques. In Canada, infatti, i diritti d'autore scadono dopo cinquant'anni, non settanta. Il libro, curato proprio da Régis Tettamanzi, con un notevole apparato di note, ha avuto un certo successo ed è stato ristampato due volte, anche perché molti francesi lo hanno acquistato in Canada e poi portato in patria, dove magari lo hanno rivenduto a caro prezzo. A questo punto, si dev'essere chiesta l'ex ballerina Lucette Destouches, consultandosi col fedele avvocato François Gibault, perché non ripubblicare i libri incriminati anche in Francia? Del resto, la ristampa, in edizione critica, poco tempo fa, del pamphlet antisemita Les Décombres di Lucien Rebatet (1903-72), aveva sollevato polemiche sì, ma il libro è circolato (e ha venduto) regolarmente. Qualcuno ha fatto notare che nella decisione di Lucette Destouches possano aver pesato anche motivi economici: la vedova di Céline ha bisogno di assistenza medica 24 ore al giorno, cosa che richiede il pagamento di tre persone a tempo pieno. La vendita delle opere proibite (spesso ristampate in edizioni pirata) potrebbe risolvere i problemi di Lucette.

Oggi, in Francia, molti si chiederanno come sarà accolta la riedizione dei tre libri. La pubblicazione, la scorsa primavera, del saggio Céline, la race, le Juif (Fayard) di Pierre-André Taguieff e Annick Duraffour, ha preparato - in negativo - il terreno. È giunto il momento di poter (ri)leggere i testi sulfurei di Céline, con la distanza necessaria? La risposta, per la Francia, arriverà nel maggio 2018.

E in Italia, c'è da immaginare, subito dopo. Sdoganato in patria, il libro sarà quasi sicuramente tradotto a ruota anche da noi, dove Céline è rimasto un autore molto letto (anche sottobanco). Da noi, ovviamente, i «terribili tre» sono tutti fuori commercio, ormai. Bagatelle per un massacro uscì in prima edizione da Corbaccio nel 1938 ma con molti tagli (Céline non era solo antisemita, ma anche contro Mussolini, Hitler e la Chiesa, quindi...). Poi apparve per le pseudoedizioni Robespierre nel 1965. Quindi, in edizione non autorizzata e con traduzione anonima, per l'editore Aurora di Caserta nel '76. E infine nella più nota edizione Guanda (con testo non mutilato) nel 1981, per la traduzione di Giancarlo Pontiggia: fu ritirato dalle librerie tre mesi dopo la pubblicazione, in seguito alla minaccia del legale della vedova Céline di muovere causa all'editore. Poi, più niente. Per quanto riguarda invece La bella rogna, fu pubblicato insieme con Mea culpa, sempre da Guanda, nel 1982, a cura di Giovanni Raboni, ma anch'esso ritirato dal mercato (esiste una riproduzione anastatica dell'originale, non autorizzata, degli anni '90).

Mentre La scuola dei cadaveri ufficialmente non è mai apparso in Italia: il libro è stato tradotto e pubblicato a proprie spese, edito dalle pseudo Edizioni Soleil, a Treviso, da Gianpaolo Rizzo, nel 1997. Venti anni fa.

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