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La (vera) partita della morte che ispirò Fuga per la vittoria

Fuga per la vittoria è il film con Michael Caine e Sylvester Stallone che è ispirato a fatti realmente accaduti durante la Seconda guerra mondiale. Ma le cose sono andate davvero come si racconta sul grande schermo?

La (vera) partita della morte che ispirò Fuga per la vittoria

Fuga per la vittoria è il film del 1981 che va in onda questa sera alle 23.05 su Iris. Sebbene il soggetto della pellicola sia tratto da un romanzo firmato da Yabo Yablonsky, Djordje Milicevic e Jeff Maguire, il film con Sylvester Stallone è tratto da un'incredibile storia vera che tuttavia non si è svolta esattamente come si vede sul grande schermo.

Fuga per la vittoria, la trama

John Colby (Michael Caine) era un giocatore della squadra di calcio del West Ham, ma ha dovuto rinunciare alla sua carriera quando, con lo scoppio della Seconda guerra mondiale, si è dovuto arruolare nelle truppe inglesi per proteggere il suo Paese. Il suo servizio militare, però, non si è concluso con l'onore, ma con la prigionia. John, infatti, è tenuto prigioniero in un campo di concentramento dove vengono tenuti tutti i prigionieri alleati. Il talento di John, però, non passa inosservato. Il maggiore nazista Von Steiner (Max Von Sydow), a sua volta ex calciatore, è in qualche modo toccato dal destino dello sportivo e, colpito dal suo talento, gli propone di creare una squadra per poter partecipare a una partita "amichevole". Ben presto, però, la partita si trasforma in una strategia usata dal regime nazista per vantarsi e mostrare la propria supremazia in qualsiasi ambito. Si decide, così, che la partita dovrà svolgersi allo stadio Colombes di Parigi e che dovrà essere vinta necessariamente dalla squadra tedesca. Colby, nonostante le prime incertezze, accetta la proposta e mette su una squadra improvvisata che include Luis Fernandez (Pelé) e il canadese Robert Hatch (Sylvester Stallone) che in realtà vuole sfruttare la partita per lasciare il campo di concentramento e fuggire dallo stadio insieme ai suoi compagni di squadra durante l'intervallo del primo tempo. Ma il piano comincia a traballare quando la squadra di Alleati si rende davvero conto del motivo per cui sta gareggiando.

La vera partita della morte

Non c'è alcun dubbio che Fuga per la vittoria, con la regia firmata da John Houston e un grande parterre di cameo d'eccezione dal mondo del calcio, sia forse uno dei film sportivi più famosi e amati di sempre, da quando fece il suo debutto in sala nell'ormai lontano 1981. A sua volta ispirato al film ungherese dal titolo Due tempi all'inferno, Fuga per la vittoria è il classico film che propone al pubblico lo stereotipo di Davide e Golia, contrapponendo un gruppo di deboli e oppressi giocatori che combattono per onore e con lealtà e che sono costretti a sfidare un avversario sleale, crudele che rappresenta la personificazione del male. Storia di riscatto e coraggio, Fuga per la vittoria deve il suo successo non solo all'utilizzo di questo espediente narrativo, ma anche al fatto che sia ispirato a fatti realmente accaduti e che risalgono a ottanta anni fa, all'agosto del 1942, quando a Kiev si tenne quella che oggi è conosciuta con il nome di Partita della morte. Come riporta Il Corriere della Sera tutto ebbe inizio nel settembre 1941, poco dopo l'occupazione nazista dell'Ucraina, quando un uomo di nome Josef Kordik riuscì a costruire una squadra di calcio composta dai migliori calciatori della città di Kiev, grazie allo stop del campionato e al bisogno degli sportivi di trovare un mezzo di sostentamento visto che l'occupazione aveva di fatto reso vano il loro talento.

Pescando a piene mani dalla Dinamo Kiev e dalla Lokomotiv Kiev, Kordik diede vita alla Start, una squadra che a partire dal giugno 1942 riuscì a vincere tutte e dieci le partite che i tedeschi avevano permesso si giocassero per cercare di riportare un po' di vita nella città occupata. Il punto di svolta si ebbe il 9 agosto 1942 quando la Start sfidò la Flakelf, formazione composta da ufficiali della Lutwaffe che aveva voglia di "vendicarsi" di una sonora sconfitta impartita loro proprio dalla Start. A differenza di quanto si vede in Fuga per la vittoria e a dispetto del macabro nome con cui è stata tramandata alla storia, la partita della morte fu però uno scontro leale e sportivo, che non subì né un arbitraggio di stampo filo-nazista né pressioni sulla Start per giocare male e perdere appositamente.

Anzi, la squadra ucraina finì per vincere di nuovo, festeggiando a fine partita senza minaccia di arresti e fucilazioni.

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