Cultura e Spettacoli

In galera i distruttori delle nostre città d'arte

Nino Spirlì

«Per amore di Sion non tacerò, per amore di Gerusalemme non mi darò pace, finché non sorga come stella la sua giustizia» dice Isaia. Ecco, per amore d'Italia non tacerò e non mi darò pace finché non sorgerà come stella la certezza di essere tutelato e rispettato. Io, italiano, la mia gente, la nostra storia, la nostra cultura, la nostra identità. Il nostro patrimonio naturale, artistico e culturale è in mano al branco. Uno sciame incontrollato di distruttori, peggio delle locuste nei campi di grano, sta polverizzando le nostre ricchezze, minando, fra l'altro, anche l'interesse dei visitatori. Strade, piazze, monumenti, parchi secolari: un drammatico scempio sotto gli occhi del mondo! È di pochi giorni fa l'ultimo attentato: a Firenze, i senegalesi sono passati come le dieci piaghe d'Egitto per le strade e le piazze più belle del mondo, seminando panico e devastando tutto quello che incontravano. E, se non è la rabbia bestiale per qualche motivo specifico, sono gli ettolitri di piscio, le tonnellate di spazzatura, di feci, di stracci, di pagliericci improvvisati, a deturpare la bellezza delle nostre Città e a mettere a repentaglio la sicurezza dei nostri tesori. E non sono, certamente, solo le intemperanze dei clandestini, a preoccupare. Ad esse si aggiungono le scritte, i segnacci, le presunte opere d'arte degli sbandati coi cani e coi ciuffi verdi fra i capelli, che coprono muri di antichi palazzi, statue, monumenti, panchine nei parchi... Un immondezzaio morale che non può, non deve restare impunito. Le pene ci sarebbero pure, ma vanno inasprite e rese certe. Ferire una strada, una piazza, un giardino, in Italia è come ammazzare una persona. Le nostre Città sono opere d'Arte, universalmente riconosciute come tali, viventi e palpitanti, dal cartello di benvenuto a quello di arrivederci.

Difendiamole, dunque, dalle continue offese, dagli oltraggi dei mentecatti! Difenderemo il Genio Italiano e, soprattutto, il richiamo turistico, che, lo ricordo ai buonisti, porta ricchezza. Più volgare, magari, della pennellata di un pittore, ma comoda! In galera i distruttori!

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