Pillole reali

L'addio di Elisabetta

La regina Elisabetta ha brillato durante il suo Giubileo di Platino, ma i sudditi sanno di aver assistito all'ultimo, grande spettacolo della monarchia nell'era elisabettiana

L'addio di Elisabetta

La regina Elisabetta ha tagliato ufficialmente il traguardo dei 70 anni di regno. Nessuno è riuscito a toglierle lo scettro della popolarità, nemmeno i tanto temuti Harry e Meghan (che sono sembrati più una presenza “ectoplasmatica”). Il Giubileo di Platino è stato il successo personale della sovrana e del popolo inglese. In un certo senso, però, ha rappresentato anche una specie di testamento spirituale della sovrana, che ha mostrato al mondo intero, dal balcone di Buckingham Palace, le nuove generazioni di Windsor, il futuro della Corona.

Una promessa mantenuta e riconfermata

“Quando si tratta di celebrare i settanta anni [di regno], come nel caso della vostra Regina, non c’è una guida da seguire. È una prima volta. Sono onorata e profondamente toccata dal fatto che così tante persone siano scese in strada a celebrare il Giubileo di Platino. Sebbene non abbia partecipato personalmente a ogni evento, il mio cuore è stato sempre con tutti voi. Ribadisco il mio impegno a servirvi al meglio delle mie capacità, supportata dalla mia famiglia. Sono stata ispirata dalla gentilezza, dalla gioia, dall’affinità che sono state così evidenti in questi giorni e spero che ciò rinnovi un senso di coesione che verrà percepito per molti anni a venire…”. Con questo messaggio, diffuso sui social pochi istanti dopo la conclusione del Platinum Jubilee Pageant, il 5 giugno 2022, la regina Elisabetta ha salutato e ringraziato gli inglesi per gli emozionanti 4 giorni di celebrazioni, ma ha anche riconfermato il patto di fedeltà al suo popolo. Elisabetta II non ha alcuna intenzione di abdicare ed è evidente dalle sue parole. Resta ferma sul giuramento fatto in Sudafrica il 21 aprile 1947, quando era ancora una principessa e pronunciò un discorso che fece Storia. Tuttavia, anche se a 96 anni Sua Maestà guarda al futuro con determinazione, sa che di quell’avvenire farà parte solo per un tratto relativamente breve.

Un lento passaggio di consegne?

La Regina ha riconfermato il suo voto di fedeltà alla nazione ma, nello stesso tempo, stiamo assistendo al suo “lungo addio”. Sua Maestà si sta congedando in maniera lenta, indolore. Uno dei primi passi verso il tramonto è stato l’addio a Buckingham Palace e il ritiro nel più raccolto e ovattato Castello di Windsor. Inoltre stiamo assistendo a un passaggio di consegne tra Elisabetta II e il principe Carlo. Durante il Giubileo di Platino è stato a sostituire la madre in diverse occasioni: per esempio il 5 giugno 2022 ha presenziato al saluto degli ufficiali durante la parata. In proposito la Cnn ha scritto: “Vedremo il principe di Galles incrementare [la sua presenza] in futuro. La Regina ha fatto allusione a ciò nel suo messaggio di ringraziamento di domenica scorsa”. Sua Maestà ha dichiarato che sarà “supportata dalla sua famiglia” e ciò suggerisce che il principe di Galles avrà un ruolo sempre più centrale. Ci sono due poli opposti nel regno elisabettiano odierno: l’abdicazione e l’esercizio totale del potere. Elisabetta non accetterà mai il primo, il suo è un giuramento per la vita (e, del resto, il precedente storico, ovvero l’abdicazione di Edoardo VIII, è stata una sorta di trauma per i Windsor che Sua Maestà ricorda con dispiacere). D’altra parte, però, la monarca non è più nelle condizioni fisiche per ottemperare a tutti i suoi doveri. Tra i poli opposti c’è una scala di grigi in cui si situa proprio la figura del principe Carlo.

Il trionfo (malinconico) della regina Elisabetta

Il Giubileo di Platino è stata la sua festa, ma la regina Elisabetta è intervenuta in pochissime occasioni: si è affacciata dal balcone di Buckingham Palace il 2 giugno scorso e il 5 giugno 2022, al termine del Platinum Jubilee Pageant e ha presenziato all’accensione delle luci durante la cerimonia del Platinum Beacons Project a Windsor. Una prova del già citato passaggio di consegne. Un po’ come accaduto lo scorso 10 maggio, durante l’apertura della nuova sessione parlamentare, quando il principe Carlo aveva sostituito la madre, assente per motivi di salute. Sua Maestà, però, non è eterna (nessuno lo è). Anche per questo sul balcone accanto a lei c’era la sua speranza tangibile nel futuro, ovvero il cuore pulsante della royal family. Prima di Elisabetta II solo la regina Vittoria si era fatta immortalare con i suoi eredi. Era il giugno del 1894 e la monarca si fece scattare una foto accanto al figlio Albert Edward, principe di Galles (futuro Edoardo VII), al duca di York George Frederick (che sarebbe diventato Giorgio V) e al bimbo di pochi giorni di quest’ultimo, il futuro Edoardo VIII che avrebbe abdicato per amore di Wallis Simpson.

Tra speranza e malinconia

La menzione della royal family nel messaggio pubblicato al termine del Giubileo e la presenza del fulcro dei Windsor sul balcone di Buckingham Palace, il 2 e il 5 giugno, ha anche un altro significato, come ha spiegato Emily Nash della Cnn: “Questo è il Brand Royal per eccellenza. Loro erano laggiù, apparivano fantastici, felici, magnifici, proprio come ti aspetti [di vederli] nelle cartoline. E dopo un paio di anni terribili, questo, in un certo senso, è un esercizio di rinnovamento. Si tratta di ricordare alle persone ciò che la royal family [sa] fare meglio e presentare la sua versione idealizzata, [quella che] le persone nel mondo conoscono e amano”. “Speranza”, “luce”, “ottimismo”, “futuro”, ma anche “malinconia”: queste sono state le parole d’ordine del Giubileo di Platino, esplicate nell’accensione del “Tree of Trees” a Buckingham Palace. A 96 anni Sua Maestà sa che non vivrà di nuovo un momento come questo. L’intera nazione ne è consapevole, come è altrettanto conscia del fatto che non vedrà tanto presto un nuovo Giubileo di Platino.

Così Elisabetta II si affida ai suoi eredi e cerca di nascondere la malinconia dietro gli outfit: il rassicurante abito celeste scelto per il Trooping The Colour e quello verde speranza della sfilata finale.

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