"Twilight Sleep". Cos'è il sistema usato dalla regina Elisabetta per evitare il dolore del parto

Una biografa racconta la tecnica che Elisabetta II avrebbe impiegato per non soffrire nella fase del travaglio in tre delle sue quattro gravidanze

"Twilight Sleep". Cos'è il sistema usato dalla regina Elisabetta per evitare il dolore del parto

Il rapporto della regina Elisabetta con la maternità è ancora oggi oggetto di studio. Per alcuni non sarebbe stata una madre molto affettuosa e presente, per altri, invece, avrebbe cercato di destreggiarsi tra gli impegni pubblici e i suoi figli, dedicando a questi ultimi il maggior tempo possibile. In ogni caso la defunta sovrana ha vissuto con grande riservatezza sia le gravidanze sia il legame con i figli, separando in maniera piuttosto netta la figura della Regina da quella della mamma. Ora una biografa e giornalista torna su dei particolari controversi riguardanti i parti di Elisabetta II, contribuendo a svelarci qualcosa in più su questa parte della sua esistenza, per decenni protetta dalle mura antiche di Buckingham Palace.

Al riparo da sguardi indiscreti

Esiste una sola immagine pubblica della regina Elisabetta incinta. Uno scatto divenuto virale su TikTok nel 2022, che risale al 18 gennaio 1960, quando la defunta Maestà aspettava il principe Andrea. Nient’altro. Elisabetta II ha sempre vissuto la maternità in silenzio, addirittura nascosta dalle mura del Palazzo. Le ragioni di questo atteggiamento hanno a che fare con la tradizione, ma potrebbero anche essere, in parte, di tipo caratteriale. All’epoca, infatti, non era per nulla usuale parlare delle gravidanze delle royal. Anzi, Harper’s Bazaar ci ricorda che si trattava di un vero e proprio “tabù”. In più, ci dice Gloucestershire Live, pare che la sovrana considerasse perfino “volgare” la parola “gravidanza”, preferendo di gran lunga i termini “in dolce attesa”.

I parti della Regina

A parte i pochi dettagli sulle consuetudini reali in fatto di gravidanze e sulla terminologia relativa usata da Elisabetta non conosciamo molto della sua opinione, dei suoi sentimenti nei confronti della maternità, del suo modo di viverla. Anche su questo, almeno in pubblico, la sovrana avrebbe dimostrato quasi la stessa imparzialità mantenuta nei confronti delle questioni politiche. Al Daily Mail la biografa e giornalista Milli Hill torna a parlare di un aneddoto che forse ad alcuni potrà apparire perfino sorprendente e che è stato, in parte, relegato ai margini della discussione mediatica sulla biografia della monarca, forse per la sua natura piuttosto controversa. Per dare alla luce Carlo III (1948), la principessa Anna (1950) e il principe Andrea (1960), la regina Elisabetta avrebbe chiesto che le venisse praticato il metodo del “Dammerschlaf” o, come dicono gli inglesi, del “Twilight Sleep”, così da evitare il dolore del travaglio.

“Twilight Sleep”

In italiano questa pratica, ormai non più usata, è conosciuta con il nome “sonno del crepuscolo”. Il Daily Mail spiega che venne sviluppata nel 1906 in Germania, dagli ostetrici Bernhardt Kronig e Karl Gauss e aggiunge: “Usando una combinazione di scopolamina e morfina la madre entrava in uno stato di amnesia prima della nascita del bambino e si svegliava senza alcun ricordo del parto, di solito avvenuto tramite l’utilizzo del forcipe”. Secondo il tabloid la scelta della sovrana potrebbe essere stata considerata “radicale”. Millie Hill racconta: “Le notizie riguardanti una clinica in Germania che offriva i parti ‘senza dolore’ circolò rapidamente. Le donne cominciarono a richiedere il Twilight Sleep come parte del nuovo discorso sulla loro autonomia e il metodo si diffuse negli Stati Uniti, nel Regno Unito e in Europa. Anche la regina Elisabetta utilizzò una versione [del metodo] per dare alla luce i suoi primi tre figli”. È interessante e molto attuale, sebbene per altri motivi, la questione inerente alla “autonomia” delle donne, che va a toccare lo sviluppo del dibattito sull’indipendenza femminile e, più nello specifico, sul libero arbitrio per quel che concerne il loro corpo e la maternità. Manca, però, un tassello fondamentale, il rovescio della medaglia.

Effetti collaterali

Il Twilight Sleep presentava dei rischi nulla trascurabili. Il Mirror lo definisce un sistema “pericoloso”. A causa delle dosi dei farmaci utilizzati, infatti, spesso le madri non ricordavano nulla del parto con il risultato, scrive il Daily Mail, “di non riconoscere il loro stesso bambino”. Addirittura sembra che “alcune madri abbiano fatto fatica a creare un legame con i loro bambini a seguito del trattamento, mentre altre rifiutavano di accettare di aver partorito”. A tal proposito la Hill ha specificato: “Considerato un modo per le donne di avere un maggiore controllo sul parto, la realtà sembrava molto lontana da ciò”. La libertà teorica si sarebbe tradotta, in pratica, in una perdita di controllo. L’autrice ha fatto una descrizione dell’attuazione del metodo davvero spaventosa: “Le donne venivano messe in letti imbottiti, simili a culle, bendate, con il cotone nelle orecchie e le braccia legate, o addirittura [bloccate] nella camicia di forza”. Un’immagine molto lontana da quella di un parto. In più le partorienti sarebbero state “coscienti, ma completamente inconsapevoli delle loro azioni”. Al risveglio, poi, avrebbero provato perfino “sensazioni di dissociazione” e “terrificanti flashback”.

Cosa accadde alla Regina?

Pensare alla regina Elisabetta in una situazione come quella descritta da Millie Hill fa venire i brividi. Tuttavia nessuno sa con certezza cosa accadde alla sovrana durante i suoi primi tre parti, se lei stessa o il Palazzo abbiano imposto dei cambiamenti all’applicazione del metodo. Nel suo libro “Elizabeth. An Intimate Portrait” (2022) il biografo reale Gyles Brandreth riporta l’indiscrezione secondo cui la Regina avrebbe usato il Twilight Sleep per i primi tre parti e, citato dal Daily Mail, aggiunge un altro particolare molto privato e delicato: “Dopo la nascita del principe Andrea la Regina, secondo una delle sue dame di compagnia, soffrì di ‘effetti collaterali post partum’, perché il bambino era venuto al mondo usando l’ormai screditato metodo del ‘Twilight Sleep’”. L’autore non precisa la natura di questi “effetti collaterali”, ma sembra che siano stati la ragione o, comunque, una delle ragioni principali, per cui nel 1964 Elisabetta avrebbe preferito mettere al mondo il suo ultimogenito, il principe Edoardo, senza l’ausilio del “Dammerschlaf”.

La nascita dell’ultimo principe

Secondo il Daily Mail la regina Elisabetta sarebbe stata consapevole fin dai primi mesi di gravidanza che il principe Edoardo, duca di Edimburgo dal 2023, sarebbe stato il suo ultimo figlio. Per questo, oltre che per gli effetti collaterali del Twilight Sleep, avrebbe optato per un parto naturale. Non solo. Avrebbe anche deciso di interrompere una tradizione secolare, chiedendo al principe consorte Filippo di assistere al parto. Fu la prima reale a farlo. All’epoca, infatti, era consuetudine che i padri attendessero fuori dalla stanza in cui stava per venire alla luce il loro bambino. La nascita veniva considerata una questione tutta femminile. Durante le precedenti fasi di travaglio, riporta ancora il Daily Mail, il principe Filippo, forse troppo nervoso per aspettare pazientemente l’arrivo dei suoi figli, andò a giocare a polo, fece una partita di squash con il suo segretario privato squash (questo, in particolare, quando nacque Carlo, sostiene l’Express) e nuotò nella piscina di Buckingham Palace. Tutti modi per occupare un tempo che appariva infinito.

Idee nuove

Il desiderio di Elisabetta rispecchiava il cambiamento sociale che stava avvenendo. Nel libro “My Husband and I. The Inside Story of 70 Years of Royal Marriage” (2018) Ingrid Seward scrive: “La Regina, all’epoca 37enne, aveva chiesto [a Filippo] di essere lì. Aveva letto con profondo interesse le riviste femminili che sottolineavano l’importanza di coinvolgere i padri nel parto e l’idea la affascinava. Così Filippo divenne il primo padre reale nella storia moderna ad assistere all’arrivo di uno dei suoi figli”. Il principe avrebbe tenuto la mano della moglie durante il travaglio, avvenuto nella Belgian Suite di Buckingham Palace.

“Un budino”

Carlo, Anna, Andrea ed Edoardo sono stati l’ultima generazione royal a nascere in casa. Una piccola, simpatica curiosità per toglierci dalla mente le inquietanti immagini del Twilight Sleep: quando il principe Filippo tornò dalla partita a squash per conoscere il suo primo figlio Carlo fece un paragone davvero inusuale. Sul Daily Mail Ingrid Seward racconta: “Quando il segretario privato del Re Tommy Lascelles riferì il lieto annuncio Filippo salì al piano superiore, nella Buhl Room, che era stata trasformata in sala operatoria”. La biografa si riferisce a Re Giorgio VI, perché quando Carlo nacque Elisabetta era ancora la principessa ereditaria.

“Poi [Filippo] tenne in braccio il suo primogenito indossando ancora i suoi pantaloni sportivi di flanella e la maglia aperta al collo. Sempre pragmatico al punto da apparire indifferente [il principe] dichiarò che Carlo sembrava un budino di prugne”. Poi, però, regalò a Elisabetta un bouquet di garofani e rose rosse.

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