Gualazzi, variabile impazzita al Festival

Sarà a Sanremo con un brano a metà tra il sound urban e cubano

Gualazzi, variabile impazzita al Festival

Di certo Raphael Gualazzi sarà la variabile impazzita di questo Sanremo. Talentuoso e schivo, è amante del jazz ma senza l'integralismo di tanti jazzisti: «All'estero mi riconoscono come jazzista puro e difatti mi invitano a festival importanti come quello del Blue Note di Tokyo. In Italia pensano che io sia un artista con la passione del jazz». Insomma, spiazza. Non a caso arriva in gara con un brano che si intitola Carioca ed è una sorta di inedito curban, ossia una mescolanza tra attitudine urban e atmosfere cubane. Però attenzione, se gliene chiedete conto, lui entra nei tecnicismi e ci resta per un bel po': «Ci sono le radici della salsa cubana e del latin jazz, ma c'è anche una importante parte solista di pianoforte, ma non solo: c'è anche un accompagnamento ritmico che tecnicamente si chiama montuno e che permette alle percussioni di giocare con gli accenti».

Insomma, Raphael Gualazzi, nato a Urbino nel 1981 e perla rara del nostro pop, vive e parla di musica ogni giorno.

Talvolta si prende una vacanza e si fa vedere nel circuito mainstream televisivo o comunque popolare: «Quando ho incontrato i produttori del mio disco, ero seduto al pianoforte e ho detto loro che avrei suonato tutto al pianoforte. Da qui è nato il titolo del mio disco Ho un piano». E nel filo conduttore di questo disco, che parte da Brassens e arriva a oggi, c'è una tappa obbligata per Giorgio Gaber, ricordato simbolicamente in La libertà: «Quello è un chiaro omaggio a lui, ma anche in Italià e Nah Nah ci sono riferimenti espliciti». In poche parole Raphael Gualazzi ha gli occhi fissi sulla tradizione.

E nella serata delle cover di Sanremo ( il giovedì) canterà E se domani, presentato al Festival nel 1964 dai deludenti Fausto Cigliano e Gene Pitney ma poi esaltato da Mina.

«Quando ho vinto tra i giovani nel 2011, alla sera sono andato a cena con la mia discografica Caterina Caselli che, a un certo punto, mi passa il cellulare: Ciao, sono Mina, sei stato bravissimo. Mi mancava il fiato dall'emozione, perciò a Sanremo voglio rifare quel brano con la grandissima voce di Simona Molinari». E, dopo, lui tornerà nel suo mondo parallelo di passioni ed entusiasmi.

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