Cinzia Romani
Alla sua undicesima edizione, la Festa di Roma (13-23 ottobre) sembra meno provinciale. A partire dal manifesto in bianco e nero, con gli eleganti ballerini americani Cyd Charisse e Gene Kelly, che promettono swing ballando sotto la pioggia. Non a caso sono 26 i Paesi partecipanti alla selezione ufficiale. E parla di «festa mobile» Piera Detassis, orba dello scomparso Gianluigi Rondi del quale rimpiange la filosofia «tutto il cinema per tutti», annunciando le attività della kermesse, sparse tra il carcere di Rebibbia, la periferia e via Condotti. Intanto, le celebrità si annunciano ottime e abbondanti: il vincitore di due Oscar Tom Hanks, al quale è dedicata una retrospettiva, prenderà il premio alla carriera; Meryl Streep accompagnerà il film di Stephen Frears Florence Foster Jenkins, in concorso; Juliette Binoche e Vanessa Redgrave faranno la gioia dei paparazzi, mentre il due volte Premio Oscar Oliver Stone (porta Snowden), Andrzej Wajda e Werner Herzog faranno battere i cuori cinefili. E poi, il premio Pulitzer David Mamet, al centro di un incontro col pubblico; l'architetto Daniel Liebeskind, il crooner Michael Bublé e lo scrittore Don De Lillo, per quel tocco d'internazionalità che ha spinto l'Unesco a proclamare Roma City of Film.
In campo italiano, da Benigni a Jovanotti, da Elio e le Storie Tese a Renzo Arbore, non mancheranno i volti noti. Ma non di solo tappeto rosso vive tale manifestazione fortissimamente voluta da Veltroni e ora guidata da Antonio Monda, che quest'anno costa come l'anno passato: 3,5 milioni di euro. «La filosofia della Festa rimane nel segno della ricerca e della qualità, anche se non vogliamo essere austeri». Va bene il glamour, ma i film brutti no. Così, pare corra per l'Oscar The Birth of a Nation di Nate Parker, mentre farà discutere Denial di Mick Jackson, sul negazionista David Irving, intanto che Into the Inferno di Herzog infiammerà le platee: il lavoro del maestro bavarese parla di vulcani. E gli italiani? C'è Michele Placido col suo 7 minuti, a mettere il dito sulla piaga del lavoro; l'esordiente Karen Di Porto, che cerca Maria per Roma con una commedia; Daniele Vicari che punta su Sole, cuore e amore e Francesco Patierno che in Napoli 44 denuncia la guerra.
Valerio Zurlini, magnifico regista misconosciuto, sarà al centro d'una carrellata delle sue opere.
Si segnalano, poi, un omaggio a Michael Cimino, scomparso lo scorso luglio e un ricordo di Luigi Comencini, nel centesimo anniversario della nascita. Nel decimo anniversario della morte di Gillo Pontecorvo verrà proposto il restauro di Queimada,al quale fa da contraltare L'Armata Brancaleone di Monicelli.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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