Cultura e Spettacoli

Hedy Lamarr, la diva geniale che inventò il futuro

Era la donna più bella del mondo e aveva il cervello di Einsten. Inventò wireless e wi-fi. Ebrea, sposata a un nazista, fuggì
in Usa ed elaborò un sistema anti siluri padre di tutte le tecnologie

Hedy Lamarr, la diva geniale che inventò il futuro

Quando entrava in una stanza, ricordava George Sanders, smettevano tutti di parlare. E quando cominciava a parlare, nessuno l’ascoltava, tutti rapiti dal guardare la sua bocca che si muoveva, «stupiti delle forme, squisite, che assumevano le labbra ad ogni parola». Veniva, di conseguenza, piuttosto frequentemente fraintesa. Ma non fatevi incantare dalle apparenze: Hedy Lamarr, all’anagrafe Hedwig Eva Maria Kies1er, è stata, come nessuna, una e centomila: la donna più bella del mondo, la diva più pagata di Hollywood, l’attrice più scandalosa del cinema, un genio dell’ingegneria e delle telecomunicazioni. La perfetta sintesi tra Marylin Monroe e Albert Einstein, pupa e secchiona allo stesso tempo, più intelligente che bella. Diceva: «Non è difficile diventare una grande seduttrice, basta stare ferme e recitare la parte dell’oca».

Aveva un quoziente intellettivo da Nobel e inventò il futuro che oggi stiamo vivendo. Del resto andava di fretta anche bambina. Viennese di nascita, il padre Emil, era un direttore di banca ucraino di Leopoli e la madre Gertrud Lichtwitz, una pianista di Budapest. Una famiglia dell’alta borghesia ebrea, che le impartì, attraverso un esercito di governanti, un’educazione di stampo ottocentesco: «Mamma e papà erano persone buone - racconterà - ma poco affettuose con me». Lei è un gigante cresciuto in bottiglia. A cinque anni è capace di smontare e rimontare carillon; a dieci sa quattro lingue e suona benissimo il pianoforte; a dodici, già ribelle e testarda, evade dalla custodia delle tate per partecipare a un concorso di bellezza e lo vince. Quando si iscrive a ingegneria non avrà rivali nemmeno tra i maschi. Le piace il teatro: passa i pomeriggi a recitare fiabe per un pubblico immaginario, in piedi sulla scrivania di mogano del papà. A 15 anni, con i suoi occhi verdi «graziosi come un dipinto», sale anche sul palcoscenico, a 19 il regista cecoslovacco Gustav Machaty la sceglie come protagonista del film Estasi: è la prima ad esibire un nudo integrale al cinema, la prima a simulare un orgasmo: «Non s’era mai vista al cinema - scrive l’Europeo - una scena di possesso più esplicita e conturbante e con una donna tanto bella».

Nello stesso anno sposa il mercante d’armi austriaco Fritz Mandl, grande amico di Adolf Hitler che compra tutte le copie del film scandaloso della mogliettina per farle sparire. Solo Mussolini si rifiuta di vendere la sua. Hedy delle nozze se ne pente presto: «Non mi aveva sposata, mi aveva solo aggiunto alla sua collezione». Scappa in Francia travestita da cameriera e con le tasche piene di gioielli, a Londra Louis Mayer, il boss della Mgm, la casa cinematografica del leone che ruggisce, la ingaggia a due condizioni: che impari l’inglese e che cambi il suo nome in Lamarr, in omaggio alla diva del muto Barbara La Marr. Suona bene, ma non è un buona idea. Barbara è morta trentenne di tubercolosi e strafatta di eroina. Gira una pellicola dopo l’altra, molte le rifiuta, e una è Casablanca, ispira la Biancaneve disegnata da Disney e la Catwoman inventata da Anne Hathaway, i suoi compagni sono Spencer Tracy, Clark Gable, James Stewart. Nessuno dei suoi film però è appassionante come la sua vita. Recita e crea. Realizza un nuovo semaforo innovativo, una pastiglia che rende l’acqua gassata, un supporto che consente ai disabili di entrare e uscire dal bagno, persino, più avanti, alcuni ritocchi al design del Concorde.

Si convince che una sconosciuta località del Colorado abbia tutte le potenzialità per diventare una stazione sciistica mondiale e la lancia: è Aspen. «Non devo lavorare sulle idee - fa la modesta - mi vengono naturalmente». Al cinema interpreta belle creature da ammirare, assorbite dagli sguardi maschili econ molto poco da dire. Capisce perché snobbano il suo lavoro scientifico: non si adatta alla narrativa di marketing di Mgm. L’intelligenza le rovinerebbe l’immagine. Eppure è sua la testa che potrebbe decidere il destino della Seconda guerra mondiale. Da mesi la Marina tedesca rende innocui i siluri americani provocando interferenze nei segnali radio. E gli americani non sanno come uscirne. Così Hedy con il nuovo marito, il musicista di origini prussiane George Antheil, servendosi dei rotoli di carta perforati dei pianoforti meccanici, realizza un sistema che modifica la trasmissione delle frequenze rendendo i siluri americani invisibili ai nemici. Un’intuizione che sta alla base dei moderni wi-fi, bluetooth e gps. Quando propongono la scoperta alla Marina militare ridono: «Tornate a fare cinema, signori. E lei madame Lamarr se vuole rendersi utile al suo Paese ci aiuti a vendere i bond di guerra». Di fronte alla sua motivata insistenza si fanno seri e le rivelano la vera ragione del no: il sistema è perfetto «ma per noi sarebbe difficile convincere i nostri soldati e i marinai della bontà di un apparecchio inventato da una donna». È ferita ma i bond li vende sul serio, 25 milioni in tutto, 7 in una sola sera, mettendo i suoi baci all’asta. L’apparecchiatura crittografica verrà utilizzata persino vent’anni dopo come sistema di comunicazione a bordo delle navi americane durante la crisi di Cuba.

È una rivoluzione: aveva ragione lei. Germania, Austria e Svizzera proclamano il giorno in cui è nata, il 9 novembre, «Giornata dell’Inventore », gli Stati Uniti la inseriscono nella «National Inventors Hall of Fame », anche Google le rende omaggio con un doodle, ma di quella sua invenzione che frutta all’industria bellica e delle telecomunicazioni qualcosa come 30 miliardi e che oggi genera un giro d’affari di 160 miliardi l’anno, non vide un dollaro. Eppure i cellulari che usiamo ogni giorno, come miliardi di persone nel mondo, sono un’invenzione scientifica modellata sull’idea di Hedy Lamarr. Bellissima e geniale, fu però un’anima perduta senza amore, senza patria e senza famiglia. «Perché non ci sono le mie impronte sull’Hollywood Boulevard? - rispose amara a un giornalista - Mi calpestano già abbastanza nella vita anche senza stare sul marciapiede...». Indossava la maschera di una dea che odiava perché quel volto perfetto, disse, le portò solo «tragedia e mal di cuore», ma fu un’intelligente manager di se stessa e un’innovativa provocatrice del cinema, che ben poco si fece mancare e che molto restituì a un velenoso destino. Si sposa sei volte e per sei volte divorzia, ma tra i suoi amanti ci sono Charlie Chaplin, Jean-Pierre Aumont, Howard Hughes e Erich Maria Remarque: «Se un uomo mi manda dei fiori, vado sempre a guardare se tra i boccioli è nascosto un bracciale di diamanti. Se non c’è non vedo l’utilità dei fiori... ».

Adotta figli che poi rimanda indietro, ne ha due naturali dal matrimonio con l’attore John Loder, «ma l’unico amore di Hedy Lamarr - diceva il suo agente era Hedy Lamarr». Sfigurata da interventi estetici malriusciti, abbandonata alle sue confusioni mentali, ormai anziana, la beccano a rubare una volta in un supermercato, un’altra in farmacia: un collirio e un lassativo. Appena nato il nuovo millennio, il 19 gennaio di vent’anni fa, si mette due gocce di profumo come per andare un appuntamento e va a dormire, nella notte la porta via un infarto. Ha 85 anni, le sue ceneri vengono disperse nella selva viennese.

«La sua bellezza le salvò la vita - la riassume un libro appena uscito - ma la sua mente ha cambiato le nostre».

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