Cultura e Spettacoli

«Heidegger? Sui quotidiani solo letture ideologiche»

Claudia Gualdana

Martin Heidegger. La verità sui quaderni neri di F. W. von Herrmann e Francesco Alfieri (Morcelliana, 2016) è in corso di traduzione nella maggior parte delle lingue europee. Presto uscirà l'edizione tedesca. Il libro, che chiarisce come i Quaderni neri contengano accuse a Hitler smontando letture politiche partigiane, in Vaticano è stato oggetto del convegno «Ritorno alle fonti di Martin Heidegger» alla presenza dell'élite filosofica internazionale. Abbiamo chiesto ad Alfieri perché, nonostante il successo del libro, la stampa taccia...

«Sono lieto di questo silenzio, perché la stampa ha alimentato letture ideologiche. Essa non è il luogo ideale per il pensiero di Heidegger, l'ambito prima scientifico e poi accademico è il suo domicilio naturale. Ma una certa stampa imbavagliata dai poteri forti mi ha fatto riflettere. Il Corriere, La Stampa, La Repubblica e Il Sole 24 Ore tacendo hanno dimostrato di non saper offrire ai lettori i risultati raggiunti nel libro. Dati alla mano, registriamo che sono interessati ad Heidegger solo per creare e sostenere polemiche, come lei stessa ha dimostrato nel suo lavoro in appendice al libro. O non vogliono chiarire le controversie create da alcuni, o intendono ampliarne il consenso. Se nel libro non avessimo giustificato il nostro pensiero, ci avrebbero messo alla gogna».

È possibile salvare Heidegger dalle strumentalizzazioni politiche?

«Sì, perché la gogna parte dai giornali e da alcuni accademici assoldati da una certa stampa. La trappola in cui è caduto ritornerà, tuttavia questo non intacca Heidegger, ma il lettore: lo vizia e gli impedisce di accedere alle fonti in modo libero e responsabile. Il suo pensiero rimane fermo e forte più che mai».

Cosa significa «tornare alle fonti del pensiero di Heidegger?»

«Riappropriarsi del movimento del suo pensiero. Il silenzio è la prova dell'incapacità di accedervi. Ci vuol poco a fare ideologia. Per costruire un percorso di ricerca servono fatica, rigore, ricerca. Tutto ciò manca a chi assolutizza risultati, ossia chiusure che impediscono di pensare.

L'ideologia è la negazione del pensiero, proprio e altrui».

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