Hemsworth e Bruehl: «Siamo rimasti folgorati dalla loro storia» Gli interpreti e il regista ieri a Roma

Mentre al Motor Show di Francoforte l'auto che si guida da sola diventa realtà, ecco Rush, epico film di Ron Howard a ricordarci gli anni Settanta, quando piloti come James Hunt e Niki Lauda duellavano all'ultimo giro di pista, correndo per Ferrari e McLaren. Nei Settanta il rischio di morire era altissimo - dal 1967 al 1975 morirono 13 piloti -, ma le rivalità in Formula 1 azzeravano la paura. Così avvince questo drammatico film su due livelli: da una parte, il mondo adrenalinico della competitività tra assi del volante, dall'altra le personalità opposte di due uomini, amici leali fuori pista. «Ho cercato di conoscere il mio personaggio, studiandolo in Internet. La sua natura infantile, l'aria da ragazzo che gioca e si stufa subito, mi hanno affascinato», dice l'attore australiano Chris Hemsworth (Thor, The Avengers), che incarna il playboy inglese Hunt, così privo di senso del pericolo da andarsene a 45 anni. Ma se questi fu genio e sregolatezza, Lauda, impersonato da Daniel Bruehl (lo vedremo in Quinto potere, film su Wikileaks), è tratteggiato come professionista scrupoloso e introverso.

«Ho corretto il mio pessimo accento austriaco, per essere un Lauda perfetto. E ho dimenticato l'icona, per calarmi nella persona vivente. Che m'ha addirittura fornito il suo privato elenco di parolacce», scherza l'interprete.

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