«I rocker sono più bacchettoni di chi suona jazz»

«I rocker sono più bacchettoni di chi suona jazz»

Con leggerezza fa della musica un gioco terribilmente serio. Passa dal «suo» jazz al repertorio di Mozart, dal songbook di Gershwin ai duetti con Irene Grandi... Ormai dire che Stefano Bollani è un talento onnivoro è un'ovvietà. Ha mille progetti, mille idee, mille invenzioni in testa e intanto prosegue i concerti dal vivo con il suo show «Piano solo» che prevede le prossime due date al Teatro Arcimboldi di Milano il 16 febbraio e il 21 al Creberg di Bergamo. «Non è un tour - sorride Bollani - perché oramai sono in tournée tutto l'anno, sono concerti del mio spettacolo per piano solo».

Sono spettacoli ogni volta diversi; lei non si ripete mai.

«Come al solito non c'è una scaletta e il 90 per cento dello show è improvvisato. Anche in trio non decido mai prima cosa suonare, ho una trentina di brani tra cui pescare ma ognuno ogni volta ha una soluzione differente. Anche in ambito pop o classico cerco sempre di tirare fuori una sorpresa».

Dov'è il segreto?

«Seguo istinto e atmosfera. Non faccio prove, vado sul palco senza provare il pianoforte e senza conoscere il teatro. Poi arrivo, tocco il piano, sento se è morbido o duro o altro e da lì comincio a organizzare il concerto. Io cerco il momento non la perfezione».

Non a caso ha fatto un disco improvvisando sull'opera di Frank Zappa.

«Frank Zappa è un mostro, in un brano di un minuto inserisce venti idee, ho ascoltato gran parte del suo sterminato repertorio,,,Lui shakerava e tritava tutto, e io ho dato ai suoi pezzi un ulteriore giro di shaker».

È stato difficile reinterpretare Frank Zappa?

«No perché è una cosa che ho scelto io. Sarebbe difficile se mi commissionassero di rieseguire delle musiche, ad esempio dei Pink Floyd. Ma quando decido io metà del lavoro è già fatta. Da ragazzo ho amato molto i King Crimson ma ho sempre pensato che gli artisti rock fossero un po' troppo bacchettoni, legati all'immagine e alla promozione dei dischi a differenza dei jazzmen. Dsa lì sono nate le mie scelte artistiche».

La settimana prossima c'è Sanremo?

«Guarderò la finale per vedere come va Irene Grandi, nel cui nuovo disco ci sono tre mei pezzi. Quando sono stao al Festival mi sono divertito. Mi sto preparando per eseguire brani cantati, ma col Festival io non c'entro niente».

Lei ha sempre nuovi progetti in cantiere.

Fin troppi, sto lavorando ad un nuovo album di inediti, intanto da una quindicina di giorni mi è venuta l'idea di un disco-tributo, ma non posso dire a chi perché non so se lo farò».

E in televisione?

«Sto parlando con Raitre per un nuovo programma. Non sarà il seguito di Sostiene Pereira ma uno show nuovo, naturalmente dal vivo».

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