Cultura e Spettacoli

"I still believe" racconta un amore che non muore

Arriva sullo schermo la vera storia del cantante Jeremy Camp che perse la moglie giovanissima

"I still believe" racconta un amore che non muore

I Still believe è il titolo di una delle canzoni più famose di Jeremy Camp, il cantautore americano, star della musica cristiana, la cui fede è stata messa alla prova da un evento tragico accaduto nei primi anni della sua vita adulta: la morte della prima moglie, Melissa Camp. Ora questa storia è raccontata in Cosa mi resta di te, il cui titolo americano riprende appunto il titolo della famosa canzone di Camp, I Still Believe.

Saltata la possibilità di raggiungere le sale cinematografiche, in questi giorni di quarantena, il film diretto dai fratelli Jon e Andrew Erwin è arrivato in Italia su Amazon Prime Video (dal 17 aprile). Cosa mi resta di te è un viaggio attraverso l'amore e la difficoltà, di coppia e familiare (fanno parte del cast anche Gary Sinise e Shania Twain, che interpretano i genitori di Jeremy, Tom e Terry Camp). È una storia che vuole consegnare al pubblico un messaggio di speranza anche quando, come per molti in questo periodo, sembra che tutto sia perduto e che sia solo il dolore a prevalere.

I protagonisti del film sono J.K. Apa e Britt Robertson. Non è la prima volta insieme per l'attore neozelandese protagonista della serie tv Riverdale e per l'attrice che avevamo conosciuto nel 2015, in Tomorrowland - il mondo di domani, in cui recitava accanto a George Clooney. Apa e Robertson avevano lavorato insieme nel 2017, sul set di Qua la zampa!, e ora, a tre anni di distanza, la loro acquisita complicità ha aiutato nella rappresentazione di una coppia costretta ad affrontare momenti drammatici. Sul set poi, a dare consigli e incoraggiamento c'era lo stesso Jeremy Camp. «Avere lui accanto è stato determinante dice K.J. Apa - c'era un'atmosfera familiare che è stata di grande aiuto».

La storia di Jeremy e Melissa inizia nel 2000, quando si conoscono e dopo poco si sposano. Lui ha solo 23 anni, lei 21 e sa già di essere malata. Morirà pochi mesi dopo. È durante il periodo della malattia che Jeremy scrive alcune delle sue ballate più struggenti, come I Still Believe.

Le doti musicali di J.K. Apa sono note ai fan di Riverdale, serie ora fruibile su Netflix, ma sul set di Cosa mi resta di te l'attore ha dovuto cantare e suonare davanti a un largo pubblico: «Le scene in cui canto dal vivo sono state fonte di grande nervosismo per me. Abbiamo girato durante un vero festival, si chiamava Hangout festival, un evento musicale che si tiene sulla spiaggia, in Alabama. Gli organizzatori ci hanno permesso di usare il palco e di riprendere il pubblico mentre mi esibisco. Avevamo poco tempo, pochi minuti, doveva essere buona alla prima, nessuna possibilità di sbagliare».

Jeremy Camp che dopo la morte di Melissa si è risposato, con Adrienne, e ha avuto tre figli - è invece abituato a cantare davanti alle folle. Ha pubblicato undici album in carriera. La sua musica, un mix di ballate con influenze rock, l'ha portato a vincere cinque GMA Dove Awards, a ricevere tre nomination all'American Music Awards e a vincere un Grammy Award per il «miglior album Pop/Contemporary Gospel» nel 2010, grazie al suo disco Speaking Louder Than Before. Negli Stati uniti c'è un'ampia fetta di pubblico appassionato di questo genere musicale, che affonda le sue radici nella spiritualità e nel credo religioso. «Credere è una parola complicata per me dice Britt Robertson - una parola che si estende a vari concetti. Credere nei tuoi valori, credere in chi sei. L'importante secondo me è ascoltarsi, capire chi sei, capire cosa conta per te ed essere fedeli, soprattutto a se stessi» Per J.K. Apa la fede non è un concetto statico e sempre uguale a se stesso. «La mia fede è cambiata crescendo. È un sentimento molto personale e non è facile esternarlo. Questa è una storia di vita e di un dolore vissuto attraverso la fede. Per recitare si usano le proprie esperienze ma se una storia ti coinvolge veramente ti scordi di te stesso e provi genuinamente i sentimenti del tuo personaggio.

Così è successo per me, con questo film».

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