Cultura e Spettacoli

Harvey Weinstein rompe il silenzio: "Ho fatto tanto per le donne"

Nella sua prima intervista dopo lo scandalo, l'ex produttore svela che teme di essere dimenticato dopo 30 anni di carriera e successi, nonostante i tanti premi e i premi Oscar

Harvey Weinstein rompe il silenzio: "Ho fatto tanto per le donne"

Come riportato da Page Six, dopo più di due anni Harvey Weinsein parla. Ma solo di se stesso. E lo fa in una intervista esclusiva al New York Post in cui rivendica tutti i suoi meriti nel mondo del cinema . Delle oltre 80 donne che lo hanno accusato di molestie e anche stupro non spende una parola, anche perché l’accordo da 25 milioni di risarcimento raggiunto con loro è ancora provvisorio, manca il visto della Corte di Manhattan perché possa essere effettivo. Nel frattempo l’ex re dei produttori hollywoodiani accusa il colpo di essere stato dimenticato per tutti i film prodotti e premiati con l’Oscar e di dover essere ricordato solo come un predatore sessuale.

Page Six, inserto del New York Post, riporta ampi stralci dell'intervista in cui Weistein si è lamentato perché "dovrei essere ricordato per quanto ho fatto professionalmente per le donne. Più di tutti nell'intera storia del cinema...Mi sento un uomo dimenticato", ha dichiarato il presunto stupratore 67enne, perché, come ha spiegato "sono io quello che ha realizzato più film diretti da donne e interpretati da donne di qualsiasi altro produttore e regista e l'ho fatto in 30 anni di carriera interrotta solo due anni fa, mica adesso che va tanto di moda farlo. 30 anni fa era un rischio, un azzardo e l’ho l’ho sempre corso. Io l'ho fatto per primo, io ho aperto la strada alle attrici di oggi. Nessuno però sembra ricordarselo".

Weinstein ha parlato con il New York Post mentre era ricoverato presso il "New York-Presbyterian / Weill Cornell Medical Center" da venerdì scorso per aver subito un intervento di tre ore di chirurgia spinale per rimuovere tre placche ossee che comprimevano le sue vertebre dopo un incidente d’auto dello scorso 17 agosto. Rifiutando di parlare di qualsiasi accusa contro di lui, Weinstein ha affermato di aver accettato l'intervista, la prima dopo due anni di assoluto silenzio, per dimostrare che non ha esagerato con i suoi disturbi fisici presentandosi in tribunale a New York la settimana scorsa camminando con l’ausilio di un deambulatore.

Dall'ospedale, quindi, Harvey Weisntein ha concesso un'intervista esclusiva non per fare mea culpa ma solo perché pretende che "questa città riconosca il gigante che sono stato, cambiando l'industria del cinema". Forse perché teme le conseguenze del processo del prossimo 6 gennaio che lo vede imputato presso la Corte Suprema di Manhattan per stupro, reato per cui, se veisse condanato, finirebbe in carcere e dentro sè sente che, una volta costretto in un penitenziario, verrebbe presto dimentcato, anche dalla stampa che finora si è occupata del suo caso. Nell'intervista pare chiaro che a Weinstein, più che la paura della condanna, in questi giorni pesi la damnatio memoriae. Che in futuro il suo nome sia legato solo allo scandalo e al #metoo e non alla sua eccezionale carriera di imprenditore prima di film indipendenti a sfondo sociale con la Miramax e poi kolossal campioni di incassi con la Weinstein Company,

Infine ha voluto ricordare anche il suo impegno umanitario: "Dopo l'11 settembre ho prodotto un concerto di beneficenza che ha raccolto 100 milioni di dollari da destinare ai soccorritori attraverso la 'Robin Hood Foundation " . Si è poi dimesso dal consiglio di questa fondazione nel 2017 dopo che sono emerse le prima accuse di molestie. "Weinstein - segnala il Post - è rimasto il bullo di sempre... durante l'intervista ha minacciato diverse volte di alzarsi e andarsene ogni volta che gli veniva posta una domanda che non gli piaceva. Ha voluto parlare solo di quello che gli interessava, ossia se stesso, perchè i suoi film resteranno ma lui no. Tutti eviteranno di dire da chi era prodotto, il suo nome a Hollywood è puro veleno, e nulla resterà della sua carriera". Di sé Weinstein ha anche detto di aver "avuto successo da solo. Non avevo soldi e ho costruito un vero impero con Miramax così, se vi ricordate chi ero allora, il mi intuito e il mio acume, allora forse potreste riconsiderare in parte la vicenda che mi vede coinvolto".

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