"Io modella supersexy, giro scortata da mammà"

Parla la top israeliana fidanzata con Di Caprio: "Droga? Non l'ho mai usata e nessuno me l'ha offerta"

"Io modella supersexy, giro scortata da mammà"

Milano - Più top model di così: lei non parla, sfila da un concetto all’altro. Non risponde alle domande, ondeggia graziosamente tra le parole. D’altronde Bar Refaeli è nell’ordine: una delle modelle più famose del momento e senz’altro la più furba; è la seconda donna più sexy del mondo per la tv E!. Più sexy, per dire, di Angelina Jolie (terza) o Penelope Cruz (ottava). E infine è, tanto per gradire, pure la fidanzata tiraemolla di Leonardo Di Caprio. In passerella guarda fisso nel vuoto, nelle interviste ti guarda fisso negli occhi. E in entrambi i casi esibisce una bellezza da Madonna di Raffaello che le consente di dire, senza sembrar neppure pedante, che «questo mestiere mi piace soprattutto perché mi fa crescere».

Bar Refaeli, molte sue colleghe dicono che sfilano invece di andare all’Università perché così si guadagna di più.
«Se fosse solo per i soldi, non sarei certo qui».

Certo, lei è un’israeliana di buona famiglia.
«No, io ho iniziato prestissimo a fare la modella: avevo nove mesi e mia madre mi ha portato sul set per girare il primo spot pubblicitario». Precoce. «Alla pubblicità piacciono i bambini perché non mentono». Perché ora, che ha 23 anni, le capita di mentire per lavoro? «Potrei scegliere di farlo. Ma dico sempre di no. Se uno non crede nei progetti, invecchia prima».

Lei è a Milano a supporto di «Save the beach», l’iniziativa di Corona Extra per salvaguardare le spiagge.

«Lo so, una modella può sembrare lontana da questo tipo di problemi ambientali. Ma io sono nata vicino al mare, amo la vita sportiva e le spiagge mi ricordano la mia gioventù. Perciò è giusto che mi dedichi a proteggerle. Le spiagge, in fondo, sono una finestra sulla libertà».

Dicono che nel mondo della moda non ci sia molta libertà. Più difficile sfilare in passerella o prepararsi dietro le quinte?

«Il momento peggiore è quello prima di salire in scena. Gli ultimi dettagli. La tensione. L’ansia».

Magari anche la droga.

«Lo so che si dice così. Ma io non ho mai incontrato nessuno che ne facesse uso...».

Come, mai incontrato Kate Moss?

«L’ho vista sotto l’effetto di stupefacenti solo sulle fotografie che hanno pubblicato i giornali di tutto il mondo». Lei comunque non ne fa uso? «Non ho mai usato droga e nessuno me l’ha mai offerta. Quando viaggi per il mondo da sola, magari ti può capitare. Ma io sono sempre accompagnata dai miei genitori, perciò nessun problema. Sono benedetta, anche in questo».

Per molte donne anche Leonardo Di Caprio è una benedizione. Siete ancora fidanzati?

«La vita privata deve rimanere privata». Quindi siete ancora fidanzati. Un paio di mesi fa eravate in vacanza insieme in Messico. «Ciascuno può dire quello che vuole».

Parliamo di una sua ex collega: Carla Bruni.
«Non voglio giudicarla, nessuno può farlo. Lei ha seguito le sue scelte e le sue decisioni e la rispetto per questo».

Una volta la signora Sarkozy disse che la sua peggior figura è stata quella di sfilare davanti ai fotografi sorridendo con uno spinacio ben piantato tra gli incisivi.

«Mio dio, per fortuna non mi è mai successo». (E fa un gesto scaramantico)

Lei ha sfilato per quasi tutti gli stilisti più famosi. Il suo preferito? «Senza dubbio Roberto Cavalli, ha un gusto invidiabile, credo proprio che sia uno dei migliori in circolazione. Ma anche Stella McCartney mi piace molto».

E la sua modella preferita?

«Tutte quelle che hanno avuto una carriera lunga».

Per esempio Naomi Campbell?
«Sì, ma preferisco quelle che dopo la passerella sono riuscite a diventare anche abili donne d’affari».

Come Cindy Crawford?

«O Elle Macpherson o Heidi Klum».

Quest’ultima ogni tanto canta.

Lei, che si è fatta fotografare in copertina persino con i rockettari Aerosmith, non ci ha mai pensato? «No, ascolto di tutto, da Stevie Wonder a Justin Timberlake ma non credo proprio che canterò mai».

È difficile convivere con la propria bellezza?

«Non lo so, magari è più difficile non essere belli».

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