Ipse dixit. Mica vero. Tipo che voi, per fare bella figura, in una conversazione dite che «Il fine giustifica i mezzi», appellandovi all'autorità di Machiavelli. Solo che Machiavelli quella frase non l'ha scritta da nessuna parte. Come d'altra parte la famosa sentenza «Eppure si muove», attribuita a Galileo, che l'avrebbe pronunciata uscendo dal Tribunale dell'Inquisizione nel 1663 (come sapete sosteneva che era la Terra a girare intorno al Sole, non viceversa). Ma anche questa frase Galileo non l'ha mai pronunciata, se l'è inventata lo scrittore Giuseppe Baretti, nel 1757, un secolo dopo.
Ma a volte le citazioni altrui generano addirittura delle doppie gaffe. Come Oscar Farinetti, il quale ha citato «Come diceva Goethe a forza di ripetere una roba questa diventa vera». A parte che non era Goethe a Goebbels (altrimenti a Farinetti non sarebbe mai passato per la testa di citarla), ma in realtà non l'ha mai pronunciata neppure Goebbels. Però a forza di affermare fosse una frase di Goebbels è diventata di Goebbels, come afferma appunto la sentenza di chissà chi.
Per non parlare dei filosofi greci, lì non si capisce mai chi ha detto cosa. Perfino la famosa risposta di Socrate «Conosci te stesso» non sembra sua. Viene attribuita a Solone, a Talete, a Chilone, a Femonoe, vissuti prima di Socrate. Insomma, per non sbagliarsi è meglio dire che un giorno un filosofo greco la disse, chi esattamente lasciamo perdere. Idem per la famosa frase di Massimo D'Azeglio «Fatta l'Italia, bisogna fare gli italiani», è stata espressa in forma molto diversa, a sintetizzarla così è stato Ferdinando Martini nel 1896.
«Quando sento la parola cultura metto mano alla pistola», disse Joseph Goebbels. Sicuri? No, neppure questa, come documenta Stefano Lorenzetto in un libro appena uscito, intitolato Chi (non) l'ha detto? (Marsilio). La frase è infatti di Baldun von Schirac, capo della Hitler-Jugend. Così non è di Maria Antonietta «Se non hanno più pane, che mangino brioche», forse l'avrà detta, forse no, ma in ogni caso l'autore è Jean Jacques Rousseau. Come non è di Mussolini «Dio, patria e famiglia», che a intervalli regolari crea molti subbugli e contestazioni, dovete prendervela con Giuseppe Mazzini.
A volte sono i film ad attribuire le frasi erroneamente. Nel film Apollo 13 Jim Lovell, interpretato da Tom Hanks, pronuncia il famoso allarme: «Houston, abbiamo un problema», ma a dirlo è stato un altro astronauta, Jack Swigert.
Quanti di voi avete sentito dire: «Preferisco il paradiso per il clima, l'inferno per la compagnia»? L'avrà detta sicuramente Oscar Wilde. Però l'ha citata come propria Mark Twain nel 1901, ma anche il politico Benjamin Wade, quindi boh. Ma neppure è di Oscar Wilde: «Posso fare a meno del necessario ma non del superfluo», ma la citazione è attribuita spesso a Alphonse Karr, ma è di Voltaire. In compenso Voltaire non ha mai detto «Non sono d'accordo con quello che dici, ma darei la vita perché tu lo possa dire». Non ce n'è traccia in nessuno scritto o lettera di Voltaire.
Non vorrei deludervi troppo, ma Sherlock Holmes non ha mai detto: «Elementare, Watson!». Non la trovate in nessuno dei romanzi di Conan Doyle. Solo ne Il caso dell'uomo deforme, ma in modo leggermente diverso. Watson dice a Holmes: «Semplice!», e Holmes risponde: «Elementare!».
Non si salva ovviamente Charles Darwin, lo scienziato più frainteso in assoluto. Non ha mai detto che gli uomini discendono dalle scimmie, per esempio, casomai gli uomini sono scimmie, e deriviamo tutti da un antenato in comune (l'antenato in comune tra noi e uno scimpanzé è vissuto cinque milioni di anni fa). Soprattutto lo si nomina sempre per spiegare l'evoluzione come «La sopravvivenza del più forte», ma è una deformazione di Herbert Spencer, teorico del darwinismo sociale, un'interpretazione erronea che piacque molto a Adolf Hitler. La teoria dell'evoluzione parla infatti della sopravvivenza del più adatto, non del più forte, concetti completamente diversi. Non per altro i dinosauri si sono estinti e più adatti erano i piccoli e deboli mammiferi da cui noi primati ci siamo evoluti dopo sessanta milioni di anni. E nell'Italia di oggi non è che prevalgano i più forti, dagli influencer ai politici, ma i più adatti. All'idiozia collettiva dei social. Come vi stupirà sapere come Darwin non abbia mai parlato di «evoluzione» ma di «trasformazione».
E quanto sono belli certi aforismi di Ennio Flaiano, tipo quando scrisse che «I fascisti si dividono in due categorie: i fascisti e gli antifascisti». Oppure: «Ho poche idee ma confuse», come disse Flaiano. In verità entrambe le frasi sono di Mino Maccari, però bisogna ammettere che attribuirle a Flaiano fa molta più scena.
«Dio è morto, Marx pure, e anch'io non mi sento molto bene». Lo sanno tutti, è di Woody Allen. Col cavolo, è di Eugène Ionesco.
E per finire, chi non ha citato la celebre gaffe di Mike Bongiorno «Ahi, ahi, ahi, signora Longari mi è caduta proprio sull'uccello»? Solo che sembra essere un'altra leggenda metropolitana, perché non c'è nessuna registrazione a provarlo, neppure ai tempi di Youtube. Insomma, pure l'uccello di Mike Bongiorno era falso.
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