Londra - Questione di tempo. Se uno come James Taylor, ossia un'icona degli anni Settanta, pubblica canzoni inedite dopo quasi tre lustri, vuol dire che ne vale la pena. Before this world segue October road del 2002 ed è, se possibile, nettamente migliore: più completo, più arioso, più jamestayloriano. Folk americano purissimo. D'altronde lui, che parla di questi brani in una mansion immersa nel gelido verde del Kent inglese, con i pavimenti di legno che scricchiolano sotto i piedi, è in bella forma, alto, spiritoso, le dita affusolate che terminano con le unghie lunghe tipiche di chi suona la chitarra con il finger picking. «È vero che mi piace l'ozio creativo ma nel frattempo ho fatto tantissimi concerti e due dischi con l'altra mia band», spiega lui che ha il pedigree perfetto per una popstar: talento compositivo, debutto sponsorizzato da McCartney e Harrison quando erano nei Beatles, lunga tossicodipendenza, depressione a tratti, amori importanti con stelle come Carly Simon e Carole King, pioggia di Grammy e applausi della critica. Di più non si può: «Ma non sono un impiegato della canzone, un compositore seriale come Irving Berlin che scriveva un brano a settimana» sorride. Difatti.
Ormai tutto si fa più in fretta, caro James Taylor.
«Io ho ancora bisogno di lasciar crescere le canzoni dentro di me. Jimmy Buffett (altra leggenda americana classe 1946 - ndr ) lavora dalle 5 del mattino alle 9. Poi fa altro. Ciascuno ha i propri ritmi».
Oggi il ciclo vitale di una canzone è mediamente cortissimo.
«I nuovi brani spariscono in fretta perché non abbiamo concentrazione».
Invece un suo classico, Shower the people , nel 1994 è stato addirittura rifatta da Luca Barbarossa ( Sciogli l'amore ). Le piace?
«Sono stato suo ospite in radio. Non capisco bene la traduzione ma funziona molto bene. I professionisti si sentono...».
Attenzione che una delle eroine del nuovo pop si chiama Taylor per «colpa» sua. Taylor Swift. I genitori la adorano così tanto da dedicarle il nome della figlia.
«Lo so, un grande onore. Ma, parlando della musica di oggi, spesso le canzoni risultano costruite a piccoli pezzi e se ne vanno via con piccoli passi».
Come le news dei tg.
«Noam Chomsky dice che per controllare la mente delle persone basta accorciare i segmenti della loro consapevolezza. Così sembra di avere più informazioni, in realtà ne hai molte di meno».
La saggezza del vecchio cantastorie.
«In realtà è stata una sorpresa arrivare a 67 anni e scoprire di non essere così diverso da quando ne avevo 17. Dopotutto, sono un tipico baby boomer, nato nei '40, cresciuto nei '50 senza televisione e convinto di cambiare il mondo con la musica».
Risultato?
«Da quando ho smesso di drogarmi, ho iniziato a essere schiavo della palestra, che è una sorta di dipendenza anche quella. Poi ho smesso di fare esercizi e sono entrato in depressione». (sorride della battuta - ndr ).
Nel frattempo ha riflettuto molto.
«Non a caso questo nuovo disco Before this world è una riflessione sulla natura umana».
Ottimista o pessimista?
«Tutto dipende dal nostro rapporto con la Natura. Milioni di anni fa la natura produceva più Co2 di quanto ne produciamo oggi. Ma penso che prima o poi esploderemo».
Allegria.
«In effetti mi piace molto indagare sulla condizione umana, ne sono quasi ossessionato».
In questo disco suonan o anche Yo-Yo Ma e Sting.
«Beh uno è un mio vicino di casa e conosco Sting e Trudy da quando abbiamo fatto un tour in Sudamerica quasi vent'anni fa».
Lei ha segnato un'epoca musicale. Oggi chi è il nuovo James Taylor?
«Si chiama Jacob Collier, è giovanissimo: l'ho ascoltato dal vivo e credo sia un fuoriclasse».
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