Mamma lasciò papà, una volta per tutte, il giorno dopo Natale. Era un martedì. Non so perché ricordo fosse martedì, ma sta di fatto che me lo ricordo, e sono pronta a scommetterci la vita, sapete? Ah, ah! Sì. Proprio così. La vita. Ah! Gran bella vita la mia, già. Un enorme mucchio di stronzate e idiozie, proprio così. Voglio dire, la mia vita è stata parecchio simile a quella guerra che si stava combattendo nel dicembre del '39. I giornali la chiamavano la guerra per finta', nient'altro che una battaglia di propaganda fra i tedeschi da una parte, e i francesi e gli inglesi dall'altra. Oh, ricordo persino di aver sentito dire che l'intera faccenda si sarebbe risolta entro la primavera del 1940. I tedeschi non odiavano veramente francesi e inglesi, dicevano molti, e quella gente insisteva che i tedeschi odiassero solamente gli ebrei e i polacchi, e altra feccia come quella. Così la guerra era presa più o meno come una specie di barzelletta, coi tedeschi che trangugiavano birra dietro la linea Sigfrido mentre i francesi sorseggiavano vin ordinaire dietro la linea Maginot, e la maggior parte degli inglesi rimaneva a casa, nella vecchia e cara Inghilterra a cantare una canzone che parlava di stendere il bucato sulla linea Sigfrido, e l'intera guerra era poco più che uno sciocco fastidio, una bazzecola, e grazie a Dio si stava svolgendo in Europa, dato che di questioni fra europei si trattava. Ecco il genere di discorsi che ascoltavo in quei giorni, e ovviamente ci credevo. Perché anche i cinegiornali si stavano prendendo gioco di quella guerra per finta, e la maggior parte delle persone pareva essere assai più eccitata e coinvolta dalla lotta coraggiosa che la piccola Finlandia stava portando avanti contro i prepotenti sovietici. A quel tempo, avevo appena cinque anni, e vivevo con mamma e papà in un posto chiamato Zilwaukee, nel Michigan, e forse suona incredibile che mi ricordi di tutte queste cose riguardo alla guerra. Dopotutto, ero così meravigliosamente giovane allora. E la verità è che forse non ricordo così bene quella guerra per finta. Ma c'ero in quei giorni e si chiacchierava molto, le voci circolavano, anche in una comunità così piccola come Zilwaukee, nel Michigan. Non Milwaukee, capite, ma Zilwaukee. E nel Michigan, ricordate, non nel Wisconsin. Sono nata in questa Zilwaukee il 28 ottobre del 1934, unica figlia dei miei genitori. Sono tornata lì solamente una volta da quando mia madre mi portò via in quel pomeriggio di dicembre del 1939. È successo quando ho riportato a casa il corpo di mia madre perché venisse sepolto. Il cimitero dove giace mamma è una serie di piccole lapidi sparse su una brulla collina marrone che domina una valle poco profonda e segnata da binari ferroviari e un paio di depositi di auto usate. Zilwaukee non è mai stata esattamente un paradiso in terra, capite, e ora è quasi interamente circondata dalla città di Saginaw.
Non credo che la popolazione di Zilwaukee abbia mai superato le millecinquecento persone, ma non sono un'esperta del posto, insomma, e il mio ricordo della città è annebbiato, soffocato da altri ricordi come, per esempio, quello della mia bizzarra anatra morta. E naturalmente dalla guerra tra mia madre e mio padre... Questa, nient'affatto per finta.
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