La Klugmann: "Chef uomini? So bene come trattarli"

La Klugmann: "Chef uomini? So bene come trattarli"

Lacrime, sudore e fornelli. Non è il trittico reso celebre da Churchill (qui al sangue al massimo c'è la bistecca) ma ci si avvicina. Anche perché di una guerra si parla. Prende il via la 7a edizione di MasterChef Italia e, per evitare le crisi matrimoniali legate al solito numero, è pronta la novità: via Carlo Cracco e dentro Antonia Klugmann, chef titolare de L'argine a Vencò, provincia di Goriza: quindici tavoli da dove la cuoca 38enne è decollata per la prima stella Michelin e, nel 2017, verso il titolo di Cuoca dell'Anno nella guida dell'Espresso.

Già passata per MasterChef 5 come ospite, Klugmann porta in squadra, come dicono i colleghi di cooking show, «tanta tecnica» e, a sentire lei stessa, «anche un po' di senso materno, ma solo per chi se lo merita». Insomma, un sorriso avvolgente, come potrà constatare il pubblico da domani in prima serata su Sky Uno Hd. «Cucinare è un lavoro spiega la chef e nel lavoro si deve essere meritocratici. Ho trattato i concorrenti allo stesso modo, senza indulgenza verso le donne: anzi, ho cercato di far capire ad alcune di loro che la cucina chiede praticità, e presentarsi ai fornelli con i tacchi a spillo non ha senso. Resta il fatto che cucine e brigate di alto livello sono all'80% maschili: per me, abituata alla minoranza, non è stato duro adattarmi ai tre colleghi uomini di MasterChef. Li ho presi di traverso, uno alla volta, e non di petto. Il più ostico? Joe Bastianich: non si apre subito, poi poco a poco scopri una gran persona».

In MasterChef 7 sono previste più puntate in esterna (Stelvio, Vieste, persino Norvegia) e qualche messaggio sociale, come gli immigrati intergrati grazie alla cucina. L'omaggio è per Carlo Cracco, che per impegni di lavoro (il suo atteso ristorante in Galleria a Milano) non è della partita. E che, dolore, ha recentemente perso una Stella Michelin.

«Per uno chef sono momenti difficili è la difesa di Bruno Barbieri Quando perdi una stella ti fai tante domane e ci stai male, perché le stelle nascono da grandi sacrifici». Chef Cannavacciuolo chiosa: «Non si dica che Cracco ha perso la stella perché ha fatto tv: a me la tv ha permesso di crescere economicamente, e dunque anche in qualità».

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